L’arte di cucinare gli avanzi: non solo lotta allo spreco

Cucinare con gli avanzi è una vera e propria arte, che a volte consente di mettere in tavola dei piatti che sono una vera leccornia, dei piccoli capolavori di gastronomia. Quando invito a casa mia gli amici a mangiare la ribollita toscana tutti fanno festa al piatto, ma la sua storia è quella di un riciclo: è la zuppa di fagioli e cavolo nero che il giorno dopo viene appunto “ribollita”. Il pane è sempre stato considerato un cibo sacro e prezioso, quello avanzato può essere riutilizzato in tanti modi, dando vita a piatti gustosi e molto apprezzati: oltre alla ribollita, si può fare la panzanella, oppure la pappa col pomodoro. Con l’arrosto avanzato si possono preparare delle polpette. Le torte salate e i timballi sono spesso il risultato del riutilizzo di diversi ingredienti che, mescolati tra loro e messi in un guscio di pasta, diventano un piatto molto scenografico e gourmet.

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Quando una profezia è sbagliata: oggi tutti ai fornelli!

Abbiamo dovuto cambiare le nostre abitudini, a causa della pandemia, ma abbiamo fatto di necessità virtù e gli italiani, costretti tra quattro mura domestiche, hanno sfogato il loro stress cucinando. Questo 2020 sarà anche ricordato come quello del lievito introvabile, delle farine che sparivano dagli scaffali del supermercato, degli amici che su Skype e Facebook mostravano le loro creazioni gastronomiche. Rileggo sorridendo il risultato di un sondaggio del 2017 che descriveva gli italiani come sempre più refrattari ai fornelli, incapaci di cucinare, grandi acquirenti di tramezzini, surgelati precotti e spuntini pronti. Allora mi sentivo una specie di panda, un essere in via di estinzione perché desidero avere la casa ben accessoriata di pentole, mestoli, frullini, teglie, piatti, calici, zuppiere e accessori di ogni foggia e dimensione. Oggi mi rendo conto che sono in realtà una dilettante, al confronto di amici che stanno dimostrando talenti davvero eccezionali. Continua a leggere

Gli italiani sono sempre più hobbit: amano la convivialità e il giardinaggio

Gli italiani desiderano più che mai stare a proprio agio nella propria casa, accogliendo amici in simpatica convivialità, e apprezzano la possibilità di avere nella propria abitazione un luogo per stare all’aria aperta con uno spazio verde da coltivare. Definirei questo atteggiamento molto hobbit, in onore dei meravigliosi protagonisti dei romanzi di Tolkien, piccoli uomini che amano mangiare e bere in compagnia, coltivare la loro terra, curare i fiori, le piante e i loro orti. Verranno travolti da eventi drammatici e avventure pericolose che li strapperanno alla loro tranquilla quotidianità ma combatteranno proprio per poter tornare al più presto nella loro amata Contea, dove poter vivere in pace e serenità, bevendo birra e mangiando cibi succulenti in allegra compagnia. Un sondaggio di GfK Sinottica® rivela che gli italiani sono decisamente sempre più hobbit, e questo non può che farmi piacere. Continua a leggere

Le mie vacanze: natura, arte, cultura, amici e tavole gourmet

Quest’anno le mie vacanze sono state all’insegna del relax, in Versilia. Essendo però un po’ zingara, non crediate che io abbia fatto una sedentaria vita da spiaggia: dopo tre giorni sotto l’ombrellone ho cominciato ad organizzare qualche gita nei dintorni, per vivacizzare le giornate che altrimenti sarebbero diventate per me monotone e noiose. D’altronde il bello dell’Italia è che in ogni regione ci sono paesi deliziosi da visitare, montagne da esplorare, panorami mozzafiato e un patrimonio culturale e artistico unico al mondo. Ho visto musei, cave di marmo, monasteri, spiagge, antiche certose, darsene con centinaia di barche di tutte le fogge e dimensioni, borghi medioevali, castelli e città d’arte. Continua a leggere

Gli italiani a tavola: poco tempo per cucinare ma grande passione e voglia di tradizione

Si cucina e si mangia sempre più in fretta, ma a tavola siamo tradizionalisti e attenti alla qualità. Apprezziamo una bella serata al ristorante, che ci permette di mangiare bene e in totale relax. Sono i primi spunti che saltano all’occhio leggendo i risultati di una ricerca che svela lo stretto rapporto tra gli italiani e il mondo della tavola, realizzata nel 2018 dalla Federazione Italiana Pubblici Esercizi (FIPE) e presentata in occasione dell’Assemblea Nazionale dell’associazione, dedicata proprio al tema: “Il cibo è cultura”.

L’indagine rivela che per il nostro Paese il mondo del cibo gioca ancora un ruolo fondamentale nelle relazioni collettive e familiari; Continua a leggere

I molti vantaggi del cucinare i dolci (… e non solo quelli)

Leggo un articolo pubblicato sull’Huffington Post USA, tradotto sull’omologo sito italiano. Pane per i miei denti, potrei dire, con metafora adatta al blog. La giornalista Julie R. Thomson racconta che cucinare dolci soprattutto quando è fatto per altri, porta molti benefici psicologici. Secondo alcuni studi effettuati da insigni psicologi, chi cucina i dolci dà libero sfogo alla propria capacità espressiva e questo porta come conseguenza un senso di gioia e gratificazione personale e una diminuzione dello stress. Poiché lo stress a lungo andare è causa di problemi fisici e mentali, trovare il modo di gestirlo e di diminuirne l’impatto contribuisce a vivere una vita sana e felice. Continua a leggere

Distillati di sapienza – Il riposo della polpetta

Per la rubrica Distillati di sapienza, ecco un brano di Massimo Montanari, docente di storia dell’alimentazione e autore di molti volumi di storia e cultura del cibo e della tavola. L’autore ci racconta che la cucina è il luogo ideale dove si può fare filosofia e stimolare l’intelligenza.

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Il risposo della polpetta

Qualche sera fa, in cucina, facevamo le polpette. Carne bollita di manzo, cardi lessati, parmigiano, pangrattato, due uova, sale, pepe. Terminato l’impasto, modelliamo le polpette e le sistemiamo ben bene su un piatto. A questo punto Marina raccomanda: «Ora, prima di cuocerle, le lasciamo riposare un paio d’ore, così si rassodano e si amalgamano bene.» Continua a leggere

Cucinare: un lavoro manuale, educativo e formativo

st-honorat-cantina-foto-2_2336637_679438Nel post precedente, ho fatto cenno al problema anche educativo e sociale della diminuzione dell’impegno in cucina. Per spiegarvi perché, parto dal monachesimo.

Ho avuto tante occasioni di parlare del contributo che esso ha dato alla buona cucina e alla buona tavola: birra, vino, formaggi, marmellate, infusi, distillati, basta che un cibo abbia un marchio monastico e acquista subito caratteristiche di qualità e affidabilità. Continua a leggere

Gli italiani cucinano sempre meno

ingredientiCucinare è il mio antistress, uno dei piaceri della vita. Sì, non solo mangiare, ma proprio cucinare. Potermi dedicare con tutta calma alla preparazione di una cena è davvero fonte di benessere. Il piacere comincia quando si fanno gli inviti e poi si  sceglie il menu, con un occhio di riguardo alle esigenze personali dei commensali: ci possono essere allergie, intolleranze, esigenze legate alla salute, oppure semplicemente idiosincrasie verso certi cibi. Al contrario, ci sono commensali che so che devo soddisfare non solo con la qualità, ma anche … con la quantità! Poi la scelta dei vini, in abbinamento con le portate. Segue la spesa, Continua a leggere