Nello spogliatoio della palestra intercetto una conversazione tra due giovani amiche. Una di loro, che fa la baby-sitter a due fratellini, si lamenta del fatto che non stanno seduti a tavola: prendono il piatto, si mettono sul divano e pretendono di mangiare guardando la TV. Lei ne ha parlato con la mamma dei bimbi e questa le risponde che va bene così, “basta che mangino”. La ragazza se ne lamenta con l’amica: «Si mangia a tavola! A casa mia si mangia seduti a tavola tutti insieme!». Avrei voluto abbracciarla. Che bello che ci siano ancora dei giovani che hanno queste buone abitudini. Purtroppo in tante famiglie il rito della convivialità è andato perduto, dimenticando che intorno ad una tavola nutriamo non solo il corpo ma anche l’anima.
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Un futuro senza cucine? Tra sondaggi sul food delivery e metaverso
Lo confesso, anch’io ho ceduto alla tentazione del delivery. Ma alla domanda del confessore: “Quante volte, figliola?” rispondo che si tratta di episodi che si contano sulle dita di una mano. Le circostanze erano anche molto particolari, avevo delle attenuanti: eravamo in pieno lockdown, i ristoranti erano chiusi e posso dire che l’ho fatto anche per rispondere al grido di dolore di quei locali che sollecitavano le consegne a domicilio, come unica fonte di reddito in un periodo difficile (per non dire drammatico) per il settore della ristorazione. Non è stata comunque solo opera di solidarietà sociale: anche voglia di mangiare qualcosa di diverso e soprattutto piatti che io in casa proprio non so preparare.
Continua a leggereLa tavola è donna
Tavolo o tavola? Leggo sul dizionario della lingua italiana: «Tavolo: Mobile formato da un piano di legno o di altro materiale, sostenuto perlopiù da quattro gambe, che serve per vari usi (è preferito a tavola quando sono espressi gli usi specifici e se non si tratta delle tavole da pranzo).» Quando ci si riferisce alla mensa apparecchiata, si usa quindi il termine al femminile. “A tavola” gridano le mamme e le nonne quando il pranzo è pronto. Se gridassero: “Al tavolo” i familiari resterebbero sbigottiti. Si parla del tavolo da lavoro, da disegno, del tavolo delle trattative, di quello operatorio. Ma in tema di convivialità, la tavola è donna. Così come sono femminili le divinità pagane del raccolto, dell’agricoltura, della terra. La cucina è donna, forse perché è così legata al tema della vita e chi più delle donne ha in mano i segreti della vita?
Continua a leggereI vantaggi della cena in famiglia per i bambini (e non solo per loro …)
La bella abitudine di mangiare insieme in famiglia contribuisce al benessere dei bambini e alla buona formazione del loro carattere. Lo affermano autorevoli psicologi e psicoterapeuti, supportati da indagini e rigorosi studi accademici. Il vantaggio non è solo quello di una migliore forma fisica, favorita dalla qualità del cibo consumato ad orari prestabiliti, evitando di mangiare cibo spazzatura a tutte le ore. A tavola si parla, si ascolta, si pongono domande, si raccontano i fatti accaduti nel corso della giornata, si crea l’occasione per far emergere i problemi, per affermare le proprie idee e argomentarle: è insomma una palestra di comunicazione e di sviluppo mentale in un contesto piacevole e rilassante. Per questo, nelle famiglie dove c’è la buona abitudine di cenare tutti insieme, i bambini hanno migliori attitudini sociali, sono più bravi a scuola, hanno un lessico molto più ampio, crescendo saranno meno esposti al rischio di alcolismo, stress, aggressività, negligenza. Sviluppano più facilmente attitudine allo sport, alla musica e ad altre espressioni artistiche.
Continua a leggereUomini e donne ai fornelli: chi è più bravo?
Per scherzare, ma non troppo, mio padre cita spesso la celebre battuta: “I migliori cuochi sono uomini!”. È una vecchia questione che fa sempre discutere. La donna per secoli è sempre stata la regina del focolare ma non nel senso sdolcinato del termine, oppure con intenti discriminatori, ma perché reggeva la casa sotto tutti gli aspetti ed era la detentrice di saperi arcaici, conoscenze che venivano tramandate da madre in figlia: competenze nella trasformazione dei prodotti agricoli e nella loro conservazione, sapienza nel gestire le risorse familiari. Non è un caso se nei miti antichi le divinità della terra erano femminili: Demetra per i Greci, Cerere per i Romani. In Lombardia la chiamano la regiura, in Emilia la rezdora: se ci fate caso, la radice è quella di rex, è la donna che con il suo vigore, la sua intelligenza, maestria e competenza tiene le redini della famiglia, in ogni aspetto del ménage, colonna portante non solo delle famiglie ma di tutta la società. La donna nella società contadina ha sempre avuto un ruolo molto importante da un punto di vista economico.
Continua a leggereIl mio Natale un poco inaspettato
Il mio Natale 2021 è stato assolutamente non convenzionale ma bellissimo. Un Natale dominato dall’incontro anche inatteso o comunque non scontato con le persone care. Tre tavole di Natale: cena della vigilia, pranzo del 25 dicembre e cena del 25 dicembre; correndo tra parenti di lui, parenti di lei, parenti lombardi, parenti piemontesi, quelli che al mattino del 24 dicembre vengono a Milano e quelli che nel pomeriggio del 25 dicembre fanno la stessa strada in senso contrario. Alla vigilia tutto era incerto, tra tamponi e influenze da interpretare, malati e guariti. Perché purtroppo questo Natale 2021 è stato così un po’ per tutti. A metà dicembre abbiamo cercato con ottimismo di pianificare un menu, all’insegna del motto: «Se poi ci sono defezioni dell’ultimo momento, c’è sempre il congelatore».
Continua a leggereLa tavola di Natale: trionfo del comfort food
Si avvicina il Natale e riprendono le buone tradizioni: si allunga il tavolo, si tira fuori dall’armadio la tovaglia delle grandi occasioni, si apparecchia con cura e soprattutto bisogna pensare al menu del pranzo di Natale. Un sondaggio della Coldiretti rivela che il 95 % degli italiani acquisterà prodotti nostrani: il 59 % perché li ritiene migliori e il 36 % perché vuole così aiutare la nostra economia. Ottima scelta: abbiamo la cucina migliore del mondo! Ho ripreso in mano il libro di ricette di Pellegrino Artusi e ho riletto il capitolo dedicato ai menu delle feste. Il pranzo di Natale non può certo mancare, accanto ad altre feste civili e religiose: Pasqua, la Befana, Carnevale, Pranzi di Quaresima (rigorosamente di magro ma senza rinunciare al gusto), festa dello Statuto. Il simpatico gourmet commenta che: «Il mondo ipocrita non vuol dare importanza al mangiare; ma poi non si fa festa, civile o religiosa, che non si distenda la tovaglia e non si cerchi di pappare del meglio.»
Continua a leggereIl Giorno del Ringraziamento: una tradizione da festeggiare in famiglia e a tavola
Per gli americani, il Thanksgiving Day è una festa molto significativa: da sempre, cade ogni quarto giovedì di novembre. Noi Europei la conosciamo grazie ai film, telefilm e serie TV nelle quali ad un certo punto immancabilmente i protagonisti sono tutti indaffarati nell’organizzazione del pranzo tradizionale, facendo il punto su quanti posti a tavola apparecchiare in base alla presenza di genitori, fratelli e sorelle, figli e nipoti; con l’arrivo di un fidanzato da presentare alla famiglia o di un amico che non è giusto lasciare da solo proprio in quel giorno.
Continua a leggere13 novembre al Mulino di Chiaravalle: La tavola del monastero
Ecco a voi gli ingredienti per un evento da non perdere: un’abbazia millenaria e la sua cultura, anche gastronomica; una location suggestiva, con una storia che profuma di pane; una degustazione di birre trappiste con uno dei massimi esperti italiani di questo prodotto monastico d’eccellenza. Che cosa aspettate a prenotare? Dopo tanta attesa, ci siamo: vi aspetto al Mulino di Chiaravalle milanese sabato 13 novembre 2021 alle ore 14.45, puntuali perché il pomeriggio è denso e pieno di sorprese.
Continua a leggereUna foto, una copertina … una casa, una famiglia
L’immagine della testata del blog riproduce la copertina del mio libro Pane & Focolare ed è una foto con una storia che ricordo con simpatia. Quando dovevamo scegliere la copertina, l’editore mi aveva proposto alcune immagini, nessuna delle quali aveva però toccato le mie corde. Alla fine, ho deciso che avrei fatto io la foto: volevo un camino, a simboleggiare il calore domestico, e una tavola apparecchiata con cura ma in modo familiare. Non poteva mancare il pane, per la sua ricchezza di significati. Ho quindi approfittato di un fine settimana trascorso nella casa di famiglia sul Lago Maggiore e ho allestito il set fotografico: abbiamo acceso il camino, tirato fuori dal cassetto la tovaglia ricamata dalla nonna, raccolto qualche fiore in giardino per dare un tocco di colore. È stato divertente ma anche molto proficuo, perché alla fine proprio uno degli scatti di quella giornata è stato utilizzato per la copertina del mio libro.
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