Tavolo o tavola? Leggo sul dizionario della lingua italiana: «Tavolo: Mobile formato da un piano di legno o di altro materiale, sostenuto perlopiù da quattro gambe, che serve per vari usi (è preferito a tavola quando sono espressi gli usi specifici e se non si tratta delle tavole da pranzo).» Quando ci si riferisce alla mensa apparecchiata, si usa quindi il termine al femminile. “A tavola” gridano le mamme e le nonne quando il pranzo è pronto. Se gridassero: “Al tavolo” i familiari resterebbero sbigottiti. Si parla del tavolo da lavoro, da disegno, del tavolo delle trattative, di quello operatorio. Ma in tema di convivialità, la tavola è donna. Così come sono femminili le divinità pagane del raccolto, dell’agricoltura, della terra. La cucina è donna, forse perché è così legata al tema della vita e chi più delle donne ha in mano i segreti della vita?
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Andare al ristorante e sentirsi accolti
Come cantava Edoardo Vianello, stessa spiaggia, stesso mare. Dopo sei anni torniamo all’Isola d’Elba e tra qualche novità troviamo anche alcune certezze. Una di queste è il ristorante Capo Nord, nel quale facciamo capolino dopo un bagno in mare per prenotare un tavolo per la cena. Attilio prende nota con un sorriso. Alla sera ci fa accomodare in sala e ci indica il nostro tavolo. Proprio il “nostro” tavolo. Quello accanto alla grande vetrata, dalla quale si vede la spiaggia e lo scoglio del Nasuto e si gode il tramonto con una visuale perfetta. Mi giro verso Attilio, commossa: ma davvero ti ricordi ancora che questo è il nostro tavolo?
Continua a leggereRoger Scruton e la bellezza della convivialità
Cari amici del blog, vi segnalo con mia grande soddisfazione che è stato pubblicato un volume dedicato a Roger Scruton (1944 – 2020), che contiene anche un mio saggio dedicato al tema della bellezza della convivialità. Il libro è una bella occasione per conoscere il pensiero del filosofo inglese, che nel corso della sua vita ha affrontato tanti aspetti della nostra cultura, sempre con grande originalità e profondità, ma direi soprattutto con concretezza. Ho letto con piacere ed interesse le opere di Scruton, perché ha dedicato riflessioni importanti al tema della bellezza e della cura della tavola, del cibo, del vino, al valore della convivialità come esperienza di ordine, di carità verso il prossimo, di consolazione, come opportunità per costruire relazioni solide e profonde. Come vedete, temi che sono all’ordine del giorno nel mio blog.
Continua a leggereLa tavola di Natale: trionfo del comfort food
Si avvicina il Natale e riprendono le buone tradizioni: si allunga il tavolo, si tira fuori dall’armadio la tovaglia delle grandi occasioni, si apparecchia con cura e soprattutto bisogna pensare al menu del pranzo di Natale. Un sondaggio della Coldiretti rivela che il 95 % degli italiani acquisterà prodotti nostrani: il 59 % perché li ritiene migliori e il 36 % perché vuole così aiutare la nostra economia. Ottima scelta: abbiamo la cucina migliore del mondo! Ho ripreso in mano il libro di ricette di Pellegrino Artusi e ho riletto il capitolo dedicato ai menu delle feste. Il pranzo di Natale non può certo mancare, accanto ad altre feste civili e religiose: Pasqua, la Befana, Carnevale, Pranzi di Quaresima (rigorosamente di magro ma senza rinunciare al gusto), festa dello Statuto. Il simpatico gourmet commenta che: «Il mondo ipocrita non vuol dare importanza al mangiare; ma poi non si fa festa, civile o religiosa, che non si distenda la tovaglia e non si cerchi di pappare del meglio.»
Continua a leggereLa bellezza delle nostre case a Natale
Arrivo a casa dei miei nipotini e mi corrono incontro gridando: «Abbiamo fatto l’albero di Natale!». Quanto entusiasmo si legge negli occhi dei bimbi per quella magia, ma non solo per loro gli addobbi natalizi sono un rito importante e significativo. Albero, presepe, festoni, luci, ghirlande, gnomi, angeli, candele … e chi più ne ha più ne metta. Ci sono quelli che già a Ferragosto raccolgono pigne e cortecce nei boschi di alta montagna pensando all’allestimento del paesaggio intorno alla capanna di Gesù Bambino; ai primi di novembre si pensa a come spostare i mobili del salotto per fare spazio all’abete; allo scoccare dell’Avvento, ci si precipita in cantina e si portano gli scatoloni in soggiorno. I milanesi più tradizionalisti aspettano rigorosamente il 7 dicembre, festa di Sant’Ambrogio.
Continua a leggereIl potere di una cena tra buoni amici
Ci sono serate che per tanti anni sono state una buona abitudine: le cene a casa con gli amici, gli appuntamenti al ristorante, la gita fuori porta alla ricerca di una degustazione di vini o della trattoria in una location suggestiva. Poi arriva questo dannato virus e butta tutto all’aria. Ricordo con particolare emozione la prima grigliata con amici dopo il primo lockdown: eravamo solo sei, in giardino, così all’aria aperta ci sentivamo più sicuri. Non ci sembrava vero di poterci guardare negli occhi, alzare i calici, mangiare in allegria, senza quel filtro del collegamento Skype, una finestra che ci permetteva di comunicare ma in modo purtroppo così distaccato e lontano. Poi è arrivata l’estate e ci sono state altre occasioni di piacevoli incontri, ma in autunno di nuovo eravamo tutti a casa, i locali erano chiusi e abbiamo dovuto anche rinunciare alle cene tra amici.
Continua a leggereUn podcast per parlare di cucina delle feste … e non solo
Cari amici, Franca Malagò ed io abbiamo fatto una bella chiacchierata pre-natalizia sulla tavola delle feste, sulla capacità della cucina di farci sentire bene e di costruire relazioni profonde e amicizie sincere. Continua a leggere
L’amicizia è più forte di qualsiasi macchia sulla tovaglia
Siamo invitati in montagna a casa di amici e portiamo una bottiglia di spumante per l’aperitivo. Sulla tavola apparecchiata, Andrea si accinge a stapparla ma appena allenta la gabbietta di metallo il tappo parte come un razzo verso il soffitto. Lo so, il rischio c’è sempre e bisogna infatti trattenere bene con la mano il tappo, ma vi assicuro che è stata questione di un nanosecondo. Quel proiettile non ha per fortuna fatto danni né a persone né a cose, ma metà del contenuto della bottiglia si è riversato sulla tovaglia. Sembrava il festeggiamento della vittoria ad un Gran Premio di Formula 1 ma qui non c’era nulla da festeggiare, c’era solo da piangere per il vino sprecato e per la tavola innaffiata. Che figura! Avremmo voluto aprire una botola e scomparire. A quel punto, abbiamo aiutato in tutta fretta la padrona di casa a sparecchiare tutto quanto, mettere una tovaglia pulita e apparecchiare nuovamente, sostituendo i piatti e le posate che erano stati bagnati dallo spumante. I nostri amici devo dire che sono stati comprensivi e misericordiosi e ci hanno poi invitato altre volte a casa loro. Continua a leggere
Philippe Daverio e l’arte della tavola
E’ morto a Milano Philippe Daverio, storico dell’arte, grande divulgatore, protagonista di trasmissioni televisive grazie alle quali ha avvicinato il pubblico al mondo dell’arte con garbo, profonda competenza ma anche ironia e simpatia. Nel mio blog lo voglio ricordare perché era anche un grande gourmet e la passione per la bellezza e per i piaceri della tavola lo ha portato a farsi promotore di iniziative originali ed interessanti anche in questo campo. Ad esempio quando insieme ad Esselunga e IGP Decaux ha riempito le stazioni della metropolitana di Milano con grandi manifesti di opere d’arte che raccontano la magnificenza del cibo, la bellezza degli arredi della tavola e la gioia della convivialità. Continua a leggere
Un chiarimento necessario, per evitare equivoci (ma sono in buona compagnia)
Ogni tanto incontro qualche amico che, guardando il mio blog o i miei profili sui social network, mi canzona bonariamente, a proposito della mia passione per la buona tavola. Se leggesse con più attenzione capirebbe con che spirito svolgo questo impegno culturale: non c’è ricerca di un piacere fine a sé stesso, per me la tavola è luogo di convivialità, di amabile conversazione con le persone più care, è occasione di dono e generosa condivisione.
Sono in buona compagnia, in questo equivoco: anche Gesù veniva considerato un mangione e un beone, come si legge nel Vangelo di Matteo (cap. 11, 19). I tanti episodi che lo ritraggono a tavola dimostrano però che il suo obiettivo era quello di entrare in profonda confidenza con tutti. Continua a leggere