Carnevale, dolci e scherzi. E poi arriva la Quaresima.

Chiacchiere, bugie, cenci, frappe, castagnole, tortelli: ogni regione d’Italia, direi ogni provincia, ha i suoi dolci di Carnevale o li chiama con un nome diverso. Già dopo l’Epifania fanno la loro comparsa nelle vetrine, prendendo il posto dei panettoni e degli altri dolci natalizi. Il Carnevale è una festa tipica dei paesi cattolici: è un momento di festa, spesso sfrenata e un po’ irriverente, per dare libero sfogo ai piaceri e alle golosità prima delle penitenze quaresimali. Il Carnevale si chiama così proprio perché un tempo si mangiava carne in abbondanza prima dei 40 giorni di magro, dominati dalle astinenze e dai digiuni.

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Il piacere della prima colazione gourmet

La prima colazione! Per me un momento sacro, la carica necessaria per poter cominciare la giornata. Sarà perché ho la pressione bassa, ma per me è inconcepibile non mangiare qualcosa appena sveglia. Ho l’abitudine di apparecchiare la tavola per la prima colazione prima di andare a dormire, così al mattino devo solo accendere il fornello: sono troppo stordita al risveglio e rischierei di fare danno, rompere qualche tazzina o mettere il sale al posto dello zucchero. Mentre preparo la camomilla della buonanotte, sistemo le tazze, le zuccheriere (al plurale, perché io uso lo zucchero bianco, mio marito preferisce quello di canna), i bicchieri per la spremuta, lo spremiagrumi, i biscotti, la marmellata, il pane, le bustine del thè, la teiera, la moka. Continua a leggere

Dolci fritti a Carnevale: c’è un motivo!

A Carnevale non solo ogni scherzo vale, ma anche a tavola, mi raccomando, bando alle diete: soprattutto per chi farà poi seriamente qualche fioretto quaresimale. Vi ho già parlato del significato storico del Carnevale, delle sue radici nelle tradizioni cattoliche. Leggete qui. Oggi vi racconto il perché quasi tutti i dolci che si gustano in questo periodo sono fritti. Chiacchiere, tortelli, bugie, frappe, castagnole, ciambelle, zeppole (tipiche di san Giuseppe), struffoli, ogni regione ha i suoi dolci (o magari sono gli stessi, con nomi diversi); ma la caratteristica comune è che sono tutti fritti, per la gioia dei golosi. Non è una coincidenza: per scoprire il motivo, bisogna andare indietro nel tempo, quando non c’erano frigoriferi e congelatori. Continua a leggere

Le creazioni di Marina

Come sapete, questo non è un blog di ricette ma di cultura della tavola, dove raccolgo storie, riflessioni, esperienze, con l’obiettivo di raccontare e descrivere il senso e la bellezza della convivialità. Mia nuora Marina ha una grande passione per i dolci (ma non solo). Appena cucinati, deve convincere i familiari a non gettarsi subito avidamente su di essi, perché prima li vuole fotografare e pubblicare sui social network, raccontando con poche ma efficaci parole come è nata la voglia di cucinare quel piatto. Ho quindi pensato di darle un piccolo spazio sul mio blog, Continua a leggere

Le zeppole di San Giuseppe

Ad ogni festa, il suo dolce. La consuetudine si ripete in occasione della festa di uno dei più grandi santi, San Giuseppe. Il 19 marzo c’è un gran profumo di frittura grazie alle zeppole e ad altri dolci tipici. Ma perché il padre putativo di Gesù è chiamato popolarmente “San Giuseppe frittellaro”? Sappiamo dai vangeli che faceva il falegname ma una leggenda racconta che, quando la Sacra Famiglia fuggì in Egitto, egli si mise a fare il friggitore di frittelle per mantenere Gesù Bambino e Maria. Continua a leggere

La merenda di san Giovanni Bosco

Torino nell’Ottocento era nel pieno della prima industrializzazione: cresceva a dismisura il numero di operai alla ricerca di un lavoro e la città era invasa anche da ragazzini a loro volta impiegati nell’industria, sfruttati da datori di lavoro senza scrupoli, abbandonati a sé stessi, spesso orfani. Don Giovanni Bosco incrociò provvidenzialmente la strada di alcuni di loro, cominciò a fare loro il catechismo, li accolse in un ambiente sano e cordiale, li seguì con amore e attenzione alla loro formazione umana e li aiutò nel mondo del lavoro, creando laboratori di falegnameria, calzoleria, sartoria e tipografia. Ma soprattutto donò loro un luogo pieno di affetto, una grande famiglia dove trovarono sempre conforto e speranza.  Continua a leggere

Santa Lucia: dalla Sicilia alla Svezia, dolci e belle tradizioni

C’è chi attende i regali da san Nicolò, chi da Gesù Bambino e Babbo Natale, chi dalla Befana. Ma c’è una vasta area geografica, che va dalla Sicilia alla Svezia, che attende con trepidazione la festa di Santa Lucia. E’ molto appassionante la ricerca di informazioni sulle tradizioni legate ai santi, perché si aprono finestre inaspettate: si parte dal racconto storico della vita eroica del personaggio e si arriva a parlare di feste, tradizioni, gastronomia, sagre e dolcetti. Nulla di irrispettoso: perché la gloria dei santi, che adesso siedono al banchetto celeste, diventa occasione di gioia incontenibile anche per i fedeli. Continua a leggere

Qualche impressione su Starbucks a Milano

Mi è bastato postare sul mio profilo facebook una foto di Starbucks in Piazza Cordusio a Milano e chiedere un parere agli amici, per scatenare subito una ridda di commenti decisi e appassionati, pro o contro la catena americana di caffetterie. Una cosa ho intuito da quei post: Starbucks, o lo adori, o lo detesti. Ora che finalmente ci sono entrata, posso farvi un breve resoconto. Vi posso anticipare che la maggior parte di quello che si dice pro o contro Starbucks (da parte soprattutto di chi nel locale milanese non ci è ancora andato) si riconduce alla fine ad un pregiudizio, positivo o negativo che sia: tutti cioè sono convinti che si tratti di un locale simile a quelli già frequentati negli States o negli aeroporti internazionali, con il classico bicchierone di cartone bianco con l’immagine della sirena verde e la lunga cannuccia.

Non è così, il locale di Piazza Cordusio è una cosa molto particolare, direi unica. Può piacere o non piacere, ma è un locale originale. Continua a leggere

I molti vantaggi del cucinare i dolci (… e non solo quelli)

Leggo un articolo pubblicato sull’Huffington Post USA, tradotto sull’omologo sito italiano. Pane per i miei denti, potrei dire, con metafora adatta al blog. La giornalista Julie R. Thomson racconta che cucinare dolci soprattutto quando è fatto per altri, porta molti benefici psicologici. Secondo alcuni studi effettuati da insigni psicologi, chi cucina i dolci dà libero sfogo alla propria capacità espressiva e questo porta come conseguenza un senso di gioia e gratificazione personale e una diminuzione dello stress. Poiché lo stress a lungo andare è causa di problemi fisici e mentali, trovare il modo di gestirlo e di diminuirne l’impatto contribuisce a vivere una vita sana e felice. Continua a leggere

Una giornata nel Monferrato: Golosaria 2018

Vado spesso in Monferrato, da quando mio figlio è andato a vivere lì, e con la nascita del mio nipotino ogni scusa è buona per salire in auto e raggiungere quella regione. Quando ho scoperto che quest’anno l’edizione di primavera di Golosaria si sarebbe tenuta a Casale Monferrato e dintorni, non ho avuto dubbi su cosa avrei fatto quel week end. Cosa è Golosaria?  E’ una rassegna di cultura e gusto promossa dal Club di Papillon, che accende i riflettori sui migliori produttori artigianali d’Italia, per mettere in mostra le tante eccellenze gastronomiche di cui il nostro Paese è ricco. Continua a leggere