Marta, Marta!

Quante volte ho sentito nelle orecchie questo affettuoso rimprovero di Gesù, io che mi affanno a fare mille cose e sbuffo.

Marta è immagine della donna di casa, impegnata ad accogliere degnamente l’Ospite illustre che cena a casa sua. Compare tre volte nel vangelo: la prima volta quando insieme alla sorella Maria accoglie Gesù in casa, ma mentre Marta si occupa delle faccende domestiche, Maria si siede ad ascoltare la parola di Gesù. Marta se ne lamenta, ma questi le risponde: «Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c’è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta». (Luca 10, 38-42).

Poi compare nell’episodio drammatico e grandioso della resurrezione del fratello Lazzaro. Appena sente che Gesù sta arrivando gli corre incontro, mentre Maria stava seduta in casa. E’ davvero immagine della donna che non sa stare ferma. Affronta Gesù, quasi sgridandolo (Marta ha sempre qualcosa di cui lamentarsi, forse per questo la sento molto vicina alla mia personalità!), ma nello stesso tempo domanda il miracolo, facendo una straordinaria professione di fede. (Gv. 11, 1-46).

Ancora l’evangelista Giovanni ci parla di un banchetto a casa di Lazzaro e delle sue sorelle; e ancora una volta Marta “serve a tavola” (Gv. 12, 1-8)”: questa volta non si affanna, non si lamenta, prepara il banchetto con letizia e gratitudine verso Colui che ha appena risuscitato suo fratello.

A differenza di Maria, modello della vita contemplativa, e del fratello Lazzaro, Marta è ricordata nel calendario liturgico  con una memoria obbligatoria fissata il 29 luglio. Forse perché della santità degli altri due nessuno dubita, mentre la Chiesa ha preferito dare rilievo in modo solenne, a scanso di equivoci, al fatto che anche Marta è nella schiera dei santi.

(statua della Santa nella cucina dell’Hotel Dieu di Beaune, in Borgogna).

Statua della Santa nella cucina dell’Hotel-Dieu di Beaune, in Borgogna

Una così è giusto che sia patrona di questo blog: modello di donna che si impegna nell’accoglienza, nella cura della tavola, operosa e al servizio del suo prossimo, che vuole allietare con i suoi manicaretti. La cultura popolare considera da sempre Marta un personaggio simpatico, con il quale si solidarizza.  Ritrovarla, dopo la resurrezione di Lazzaro, nel medesimo ruolo, ci fa capire che il Maestro non le rimproverava tanto il servizio a tavola ma il suo affannarsi per cose materiali, trascurando quelle spirituali. Sicuramente Marta avrà imparato la lezione a avrà applicato nella sua vita il giusto equilibrio  dell’ “ora et labora”. Ho visto in molte cucine di monasteri delle belle immagini di Santa Marta, ad indicare il modello per le tante “Marta” che si occupano del refettorio, che accolgono l’ospite come si accoglie Gesù.

“Cristo in casa di Marta e Maria” (1580, Modena, Galleria Estense)

“Cristo in casa di Marta e Maria” (1580, Modena, Galleria Estense)

Il pittore Campi nel suo quadro “Cristo in casa di Marta e Maria”  ce la presenta nel pieno della sua attività di cuoca, in una cucina che trabocca di cibi di ogni tipo: carote, carciofi, carpe, salmone, persino un astice, polli, cacciagione e un cinghialetto. Sullo sfondo, piccoli piccoli, ecco Gesù e Maria che conversano: al pittore interessano poco, è ben più attratto dalle leccornie che prepara Marta. Una notazione: Marta è vestita della festa, elegante e ben pettinata. E’ così che deve essere una donna: l’impegno in cucina non deve essere una scusa per essere trascurata.

A Vernazza, in Liguria, c’è una bella cappella dedicata a Santa Marta, con un’iscrizione: “Marta di Betania, Santa dell’amicizia e dell’ospitalità, prega per noi”. Amicizia e ospitalità, un binomio perfetto per questo blog. E Santa Marta è decisamente la patrona più adatta.