Il cibo: un modo per esprimere e comunicare l’amore

Per la rubrica Distillati di sapienza, vi presento un brano tratto dal libro di don Luigi Maria Epicoco: “La luce in fondo. Attraversare i passaggi difficili della vita” (Ed. Rizzoli). Sono sempre contenta quando, leggendo qua e là, trovo in libri autorevoli la conferma di tutto quanto vi sto raccontando ormai da molti anni. Buona lettura.

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L’uomo mangia fondamentalmente per vivere. Il gesto di prendere del cibo è legato soprattutto alla funzione biologica della sopravvivenza. Eppure, intuiamo da subito che il semplice nutrirsi è cosa diversa dalla capacità di mangiare. L’uomo infatti ha intriso di relazionalità anche la funzione primaria e biologica della nutrizione come sopravvivenza. In questo senso, l’atto di mangiare non è mai un atto ingenuo, innocente, ha sempre al suo interno una motivazione altra. Esso è sempre il sintomo di un’interiorità. Questo è il motivo per cui a volte i disturbi alimentari non sono semplicemente riducibili a disfunzioni meccaniche della funzionalità del nostro corpo, ma sono invece il campanello d’allarme che ci racconta il groviglio complicato che ci portiamo dentro.

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La merenda di san Giovanni Bosco

Torino nell’Ottocento era nel pieno della prima industrializzazione: cresceva a dismisura il numero di operai alla ricerca di un lavoro e la città era invasa anche da ragazzini a loro volta impiegati nell’industria, sfruttati da datori di lavoro senza scrupoli, abbandonati a sé stessi, spesso orfani. Don Giovanni Bosco incrociò provvidenzialmente la strada di alcuni di loro, cominciò a fare loro il catechismo, li accolse in un ambiente sano e cordiale, li seguì con amore e attenzione alla loro formazione umana e li aiutò nel mondo del lavoro, creando laboratori di falegnameria, calzoleria, sartoria e tipografia. Ma soprattutto donò loro un luogo pieno di affetto, una grande famiglia dove trovarono sempre conforto e speranza.  Continua a leggere

I molti vantaggi del cucinare i dolci (… e non solo quelli)

Leggo un articolo pubblicato sull’Huffington Post USA, tradotto sull’omologo sito italiano. Pane per i miei denti, potrei dire, con metafora adatta al blog. La giornalista Julie R. Thomson racconta che cucinare dolci soprattutto quando è fatto per altri, porta molti benefici psicologici. Secondo alcuni studi effettuati da insigni psicologi, chi cucina i dolci dà libero sfogo alla propria capacità espressiva e questo porta come conseguenza un senso di gioia e gratificazione personale e una diminuzione dello stress. Poiché lo stress a lungo andare è causa di problemi fisici e mentali, trovare il modo di gestirlo e di diminuirne l’impatto contribuisce a vivere una vita sana e felice. Continua a leggere

Solid Ale Beer: una birra speciale, fatta da persone speciali

Ecco come si presentano sul loro sito internet gli artefici di questo progetto: «Prendete tre amici diversissimi tra loro, aggiungete dei  giovani ragazzi con la sindrome di Down con tanta voglia di fare e infine mescolate il tutto con un’immensa passione per la  birra: è così che avrete tra le mani Solid Ale Beer.»

Sì, avete capito bene, parliamo di un laboratorio artigianale dove dei ragazzi con la sindrome di Down producono la birra, o meglio le birre, perché ce n’è per tutti i gusti.

Siamo a Catanzaro. Tutto nasce, come spesso accade, quasi per caso, o meglio per un disegno della Provvidenza. Continua a leggere