Tutte le religioni considerano il cibo un dono di Dio e danno grande importanza al rito del pasto consumato insieme, anzi è spesso a tavola che emergono in modo forte e deciso le caratteristiche di una fede. C’è chi non beve alcoolici, chi non mangia maiale, chi segue regimi vegetariani, chi segue la prassi dei digiuni e delle astinenze per scandire i tempi liturgici, però un elemento comune a tutti i credenti è quello della preghiera: la consapevolezza che tutto viene dal Signore induce ad un’azione di lode e benedizione per il cibo posto sulla tavola. Nel refettorio monastico come nella sala da pranzo della famiglia cristiana, ebrea o musulmana non si comincia fino a quando non si è seduti tutti a tavola insieme e viene recitata la preghiera. Buona abitudine.
Il sacro non è una dimensione lontana, irraggiungibile, ma alla portata di ogni uomo: per questo ogni azione, anche quella apparentemente più profana, può divenire sacramentale se compiuta in nome di Dio. Cominciare la cena in famiglia con una preghiera ha anche il vantaggio di fare un attimo di silenzio, fare scendere la pace, la calma, l’ordine su coloro che siedono insieme a tavola.
Per il popolo d’Israele la tavola è considerata un altare sul quale sono posti gli alimenti scelti con cura secondo i precetti della Torah: «Mangerai dunque e ti sazierai, e benedirai l’Eterno, il tuo Dio, a motivo del buon paese che t’avrà dato» (Deuteronomio 8, 10). La preghiera di ringraziamento prima dei pasti è presente anche nell’islam: «Non cibatevi di ciò su cui non è stato invocato il nome di Dio, sarebbe cosa ingiusta, sicuramente» (Sura VI, 121).
In molti passi del Nuovo Testamento Gesù prega prima di accostarsi al cibo come, per esempio, in occasione della moltiplicazione dei pani: «Presi i cinque pani e i due pesci, levò gli occhi al cielo, pronunziò la benedizione» (Marco 6, 41). Una consuetudine mantenuta dalla Chiesa primitiva: «Spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio» (Atti degli Apostoli 2, 46-47).
Nel 1987 il Cardinale Arcivescovo di Milano Carlo Maria Martini ha pubblicato e donato a tutte le famiglie della Diocesi in occasione del Natale un opuscolo di preghiere brevi da recitare in famiglia prima dei pasti. Preghiere per tutti i giorni ma anche per le feste e solennità, come il Natale o la Pasqua. E poi preghiere per il compleanno del papà o della mamma, in occasione della visita di un amico; nell’imminenza di un esame o per ringraziare di un evento lieto. Ci sono anche preghiere da recitare nei momenti di sofferenza, per un malato o per un lutto in famiglia. Ogni situazione viene posta sulla mensa, altare di quella chiesa domestica che è la famiglia. La Provvidenza ha voluto che quel 1987 sia stato l’anno del nostro matrimonio: oggi è un libretto un po’ sdrucito e stropicciato, ma da 31 anni viene utilizzato e gli sono molto affezionata. Visto che si avvicina la Pasqua, porgo a tutti i lettori del blog i migliori auguri, offrendo la preghiera da recitare proprio al pranzo di Pasqua:
Sii benedetto Dio Padre nostro
Re del Cielo e della terra
Signore della vita e della morte
Per questo giorno di Pasqua.
Fa’ brillare su di noi per sempre
La luce di Cristo Risorto
Lui che è vivo e regna nei secoli dei secoli.
Amen.