Piaceri e malinconie d’autunno

Io amo l’estate, la sua luce, le giornate lunghissime. Non soffro il caldo, al contrario sono molto freddolosa e per questo sono felice quando arriva la bella stagione, quando basta indossare un vestito leggero, un paio di sandali e voilà, pronta per uscire. Amo la frutta estiva, mangiare all’aperto, vedere la pelle che a poco a poco si abbronza, gustarmi un gelato da passeggio.

Quando arriva l’autunno, mi prende un po’ di malinconia, ma cerco di consolarmi pensando che anche questa stagione ha molti aspetti positivi. Ci sono i colori del foliage: la natura in autunno si tinge di rosso, di giallo, di arancione, in tutte le sfumature possibili. Ci sono mete privilegiate per godere questo spettacolo, ma anche in città a volte si gira l’angolo e improvvisamente appare un albero dai colori vivacissimi. E’ un dono della natura, una specie di canto del cigno prima che quelle foglie cadano a terra, lasciando i rami spogli.

L’autunno è anche il tempo della vendemmia: pochi giorni fa ho visto con i miei occhi il lavoro nelle vigne, quelle cassette colorate che si riempivano di grappoli. Una come me, che ama il vino e tutta la cultura che gli gravita intorno, non può che considerare l’autunno un tempo di grazia. Vendemmia vuol dire anche tempo di sagre paesane, di feste del vino, il ripetersi di belle tradizioni che nelle campagne da tempo immemorabile celebrano il momento del prezioso raccolto.

Come scrive il Carducci nella sua poesia San Martino:

“Ma per le vie del borgo

Dal ribollir dei tini

Va l’aspro odor dei vini

L’anime a rallegrar.”

I funghi sono un altro bel motivo per non rimpiangere troppo la fine dell’estate. Li adoro, cucinati in tutti i modi. Ricordo ancora con tanta simpatia una serata di alcuni anni fa, quando in modo un po’ rocambolesco siamo capitati in una rustica trattoria della Lunigiana, in una serata autunnale, sotto la pioggia, guidando l’auto lungo una strada di montagna immersa nelle nuvole. Eravamo gli unici avventori quella sera e i due simpatici e non più giovani coniugi che gestivano il locale ci hanno servito una cena squisita, tutta a base di porcini: funghi crudi in insalata, tagliatelle ai funghi, brasato con polenta e funghi, funghi trifolati, funghi fritti. Fuori, tempo da lupi. A tavola, tanta allegria!

Anche le castagne sono regine dell’autunno, mi ricordano quando da bambina le raccoglievo, andando a scovare le più grosse tra i ricci e le foglie gialle cadute dall’albero.

“Gira sui ceppi accesi

lo spiedo scoppiettando …”

L’atmosfera di un camino acceso è uno dei piaceri di questa stagione: in autunno si sta sempre meno all’aria aperta ma l’intimità della casa regala atmosfere calde e avvolgenti. Le temperature si abbassano ma mi consolo cucinando qualcosa di buono e mandando Andrea in cantina a prendere una bottiglia di vino buono.

E’ una stagione di grandi contrasti: colori vivaci e nebbie, calore della tavola e primi freddi, allegria e malinconia. Dalla mia finestra improvvisamente vedo uno stormo di uccelli che migrano. Torneranno a primavera. Li guardo e i pensieri vagano. Mi sento un po’ come quel cacciatore della poesia di Carducci che se ne sta …

“… Sull’uscio a rimirar

tra le rossastre nubi

stormi d’uccelli neri

com’esuli pensieri

nel vespero migrar”.

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