San Giovanni Battista, un eremita … che si festeggia anche a tavola!

E’ uno dei Santi più popolari, uno dei più amati e venerati. Ha il privilegio di essere ricordato nel calendario ben due volte: il 24 giugno, giorno della sua nascita (6 mesi prima del cugino Gesù) e il 29 agosto, giorno del suo martirio. Ma è soprattutto in quel giorno all’inizio dell’estate che si celebra la sua festa con tanti riti solenni e antiche tradizioni. In occasione del solstizio si tenevano anticamente dei riti pagani, per festeggiare un passaggio importante nel ciclo della natura e nel mondo agricolo; riti spesso magici, sregolati e trasgressivi. Non è la prima volta che la festa cristiana si sovrappone a quella pagana eliminandone gli eccessi: Natale si festeggia in concomitanza con il solstizio d’inverno; Ognissanti coincide con le tradizioni pagane del culto dei morti; Sant’Antonio Abate con i suoi falò illumina il buio dell’inverno il 17 gennaio; la Pasqua celebra la resurrezione di Cristo nel periodo di rinascita della natura a primavera.

La notte del solstizio d’estate è sempre stata considerata una notte speciale, quando le giornate cominciano ad accorciarsi e si credeva che le streghe si dessero appuntamento nei campi. Se la fede ha cercato di cancellarne gli aspetti di superstizione e di magia, è rimasta la voglia di far festa, anche a tavola. A fine giugno poi le scuole sono finite, cominciano le vacanze, si apre la stagione dei pranzi all’aria aperta.

A Parma si fa la “Tortellata di san Giovanni”: la rezdora (non sapete chi è? Leggete qui!) prepara il piatto tipico condito con burro e parmigiano. Ad Imperia si cucina lo stoccafisso all’onegliese, in una grande pentola detta “Giuvanina”. A Bari si mangia sulle tavole imbandite nelle strade e nei cortili della città vecchia, addobbati a festa.

Le noci raccolte a san Giovanni, ancora verdi e tenere, sono al momento giusto di maturazione per fare il nocino, il liquore tipico soprattutto del Sud Italia. Anche le erbe raccolte la notte di san Giovanni sono particolarmente aromatiche e si dice che abbiano virtù terapeutiche.

Concludo con la tradizione di cucinare le lumache, facili da trovare dopo i primi temporali estivi ma anche simbolo del demonio e dell’infedeltà, con quelle loro piccole corna: buttiamole dunque in pentola! Piatti tipico soprattutto a Roma, ma non solo. Mi dimentico sicuramente qualcosa, a proposito dei festeggiamenti del Battista: le sagre del pesce, i dolci, gli gnocchetti, le frittelle … Ma i miei amici del blog potranno raccontarmi le tradizioni della loro terra in occasione di questa festa.

Curioso destino, quello di san Giovanni: asceta del deserto, quello che digiunava o nella migliore delle ipotesi mangiava locuste e miele selvatico, viene festeggiato anche con tavole imbandite. Altrimenti, che festa sarebbe? E’ un santo che in vita è stato molto umile, parlando del Cristo confessava di non essere degno nemmeno di sciogliergli i calzari. Ma il cugino Gesù proclamava che tra i nati da donna nessuno è più grande del Battista: in Paradiso nel banchetto celeste avrà sicuramente un posto d’onore. E sulla terra festeggiamolo come si merita, anche a tavola!

Un commento su “San Giovanni Battista, un eremita … che si festeggia anche a tavola!

  1. Celia ha detto:

    Povere lumachine 😦

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