Ci sono notizie che ci riempiono giustamente di orgoglio ma soprattutto che ci fanno capire il valore di quello che sappiamo fare noi italiani. Al Palais des Congres di Strasburgo il 5-6 aprile 2019 si è svolto il Concours des Grand Vins Blanc du Monde. Sono state presentate 766 etichette provenienti da 19 Paesi del mondo e il riconoscimento di miglior vino bianco secco per la categoria monovitigni è andato ad un vino italiano del Piemonte: il Gavi Docg “Vecchia annata 2009” di Broglia, un’azienda vinicola che si avvale nella produzione della collaborazione di Donato Lanati, chiamato anche “l’enologo scienziato”, per il suo approccio tecnico-scientifico alla vinificazione. Scienziato sì, ma nel suo curriculum, oltre ai tanti riconoscimenti e titoli accademici prestigiosi, leggiamo che i vini per lui sono il prodotto della cultura di una civiltà agricola. Chi ama il vino e lo conosce non può prescindere da un approccio anche culturale, antropologico e simbolico.
Le vigne del Gavi sono molto antiche: nell’Archivio di Stato di Genova si conserva ancora un documento del 3 giugno 972 d.C. che parla dell’affitto di alcune vigne da parte del vescovo di Genova a due cittadini gaviesi. Gli esperti sanno che è una zona molto particolare da un punto di vista climatico e geologico, stretta tra pianura e montagna. I vini che vi si producono sono molto interessanti e i giurati di Strasburgo hanno colto al volo questo valore.
In occasione del concorso di Strasburgo l’Italia ha vinto altre due medaglie d’oro, con il vino bianco VSQ Ribolla Gialla Brut 2014 dell’azienda Collavini Eugenio Viticoltori di Corno di Rosazzo (Ud) e con il Pinot Bianco Sirima 2017 della cantina Nals Margreid dell’Alto Adige (Bz).
Evviva! Ma non è l’unico riconoscimento internazionale conferito ai nostri vini. La prestigiosa rivista americana Wine Spectator tutti gli anni redige una classifica dei cento migliori vini del mondo. In quella del 2018 ci sono 9 vini italiani nei primi 25 classificati ma soprattutto uno di essi è al primo posto: il Sassicaia 2015 della Tenuta San Guido di Bolgheri, in Toscana.
A questo link trovate la classifica completa:
Ci sono, come è prevedibile, molti vini francesi, ma è ormai evidente che l’Italia sta conquistando posti importanti e soprattutto raggiunge sempre più spesso il posto più alto del podio. Viene da cantare la canzone di Paolo Conte “Bartali”: “E i francesi ci rispettano, che le balle ancora gli girano …”.
Dai, scherziamoci un po’ sopra. Bando alle rivalità con i nostri cugini d’oltralpe, che sanno fare cose straordinarie (e soprattutto c’è molto da imparare da loro nel marketing). A noi basta sapere che non dobbiamo andare lontano per bere i vini migliori del mondo e i nostri produttori possono dire con soddisfazione di avere lavorato al top.
Ma io non ne avevo dubbi. Non dirmi che i vini francesi sono migliori!
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Caro Silvio, per tanto tempo c’è stato un po’ il mito della superiorità dei vini francesi, ma sono contenta che adesso gli esperti riconoscano il valore di quelli italiani. Certo, se c’è qualche evento internazionale da festeggiare, si usa lo champagne! Ma a parte questi casi, ormai i vini italiani stanno imponendosi nel mondo. Un caro saluto!
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