Il buffet della Festa della Repubblica e il falcone del Quirinale

Per secoli è stata la residenza dei Papi, poi dei Savoia, oggi del Presidente della Repubblica italiana. Il Quirinale è una delle sedi presidenziali più grandi del mondo, sicuramente una delle più ricche di tesori d’arte. La sua cucina è all’altezza del prestigio del luogo ed è espressione dell’eccellenza gastronomica della nostra penisola, a partire dagli acquisti delle materie prime da mettere in dispensa: tutti prodotti rigorosamente Made in Italy, con una ricerca di piccoli produttori di nicchia, di aziende agricole ed agroalimentari che esprimono eccellenza. Prosciutto del Friuli, olio del Lazio, carni del Piemonte, pomodori della Campania. Il pane è fatto in casa, con grano italiano. A cucinare ci pensa la brigata, organizzata come qualsiasi ristorante, con chef, sous-chef e chef pâtissier, ma in questo caso gli ospiti sono i reali d’Inghilterra, il Presidente degli Stati Uniti d’America, l’Emiro del Qatar, il Presidente della Corea.

Bisogna lucidare posate d’argento e bicchieri di cristallo, stirare alla perfezione le tovaglie di fiandra, apparecchiare nel più assoluto rispetto del galateo della tavola, scegliere un adeguato centrotavola. Il Quirinale possiede 38.000 pezzi tra piatti, argenti e cristalli, tra i quali dei rarissimi pezzi del 1760 di porcellane di Sèvres. Bisogna poi scegliere il menu rispettando usanze, protocolli, culture, assecondando richieste delle delegazioni ma dando sempre il giusto spazio all’eccellenza della cucina italiana, alla nostra gastronomia più tradizionale, che riscuote l’ammirazione di tutti. Le portate sono tre: un primo, oppure un antipasto, un secondo con contorno di verdure e un dessert. Il pranzo ufficiale dura quarantacinque minuti. L’avreste detto? Siamo ben lontani dai pranzi eccessivi della cucina del Re Sole, dall’ostentazione delle corti rinascimentali, eppure si può immaginare quanto stupore suscitino la location e l’apparecchiatura che unite alla qualità della gastronomia della nostra Nazione rendono sicuramente indimenticabile l’esperienza di un pranzo al Quirinale.

Per la Regina Elisabetta II sono stati serviti dei ravioli di ricotta e spinaci, per il Re di Spagna un timballo di tagliolini con scampi e carciofi. Il Presidente della Croazia ha gustato una terrina di verdure con gamberi, rucola e pistacchi e poi dei filetti di pesce San Pietro al timo. I coniugi Obama hanno talmente apprezzato i tonnarelli al ragù bianco da chiedere alla fine del pranzo di poter andare in cucina a congratularsi personalmente con tutta la brigata. I rotoli di grano duro serviti all’Emiro del Qatar richiedevano sei minuti di passaggio in forno, all’ultimo momento, ma erano esattamente i minuti del discorso di benvenuto del Presidente Mattarella all’Emiro: in cucina lo sapevano e hanno potuto sincronizzare gli orologi, così da portare in tavola il primo piatto, sfornato al momento giusto con un tempismo perfetto. La macchina organizzativa non perde un colpo, come quando il leader libico Gheddafi è giunto in ritardo e la cucina ha dovuto sfoderare tutta la sua capacità di gestione degli imprevisti. Se siete interessati ad altri aneddoti, vi consiglio la lettura del libro della giornalista Lorenza Scalisi “Tutti i piatti dei Presidenti” (ed. L’Ippocampo), corredato da splendide fotografie, delle quali vi do qualche assaggio in questo post.

Un capitolo mi ha particolarmente incuriosito, ed è stato quello che descrive la realizzazione del tradizionale buffet della Festa della Repubblica, allestito nei giardini del Quirinale, per il quale è prevista anche la presenza di un falcone. Sì, perché Roma è vicina al mare e come sappiamo tanti gabbiani sorvolano la Città Eterna, non sempre con buone intenzioni: un banchetto all’aperto li attira ed ecco entrare in azione il falcone che, sotto gli occhi del suo addestratore, vigila sul giardino tenendo alla larga gli uccelli guastafeste. Volete qualche spunto dal menu? Panino con semi di papavero e coppa San Daniele oppure con burro e finocchiona. Cornetto salato con prosciutto crudo e stracchino, tartelletta con spinaci. Assaggi di mezze maniche cacio e pepe, fregola sarda con zucchine e gamberi, ravioli di verza e pomodorini secchi, panzanella di tonno, lasagnette di pane carasau, involtini di melanzane con stracchino e pomodori canditi. E per dessert, delle porzioni mignon di tiramisu, babà, cassata, millefoglie, tartellette di sfoglia con fragole e lamponi. Tutto molto tradizionale, con un po’ di buona volontà a casa nostra potremmo fare altrettanto, solo che il menu prevede in totale ben trentacinque proposte gastronomiche, per centinaia di ospiti. E’ l’evento più significativo dell’anno e collaborano alla sua realizzazione venticinque cuochi, quindici addetti al ricevimento, ottanta camerieri professionisti più sessanta ragazzi delle scuole alberghiere, precettati per l’occasione, che devono saper illustrare con rispetto del cerimoniale e del galateo ogni pietanza, porgendo bicchieri a personaggi famosi della cultura, dello sport, dell’arte, della scienza, che con il loro calice di vino (naturalmente italiano) e un finger food passeggiano per i magnifici giardini, tra piante, siepi e fiori profumati. Una bella emozione e un bel banco di prova, per quei ragazzi che sognano un futuro nell’alta ristorazione. Mentre il falcone vigila attento, affinché nulla possa rovinare quello spettacolo gastronomico di eccellenze della cucina italiana, in una delle cornici più belle del mondo.

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