Quattro film che parlano di vino e delle radici di famiglia

Mi è capitato di recente di vedere alcuni film nei quali i protagonisti, persone stressate, deluse dalla carriera nella quale avevano riposto molte aspettative, in crisi perché hanno perso il senso della vita, ritornano nei luoghi della loro infanzia e recuperano la serenità perduta. Attraverso i ricordi dei loro nonni o del padre, tornano a galla le cose importanti, i veri valori che danno gioia e solidità. Si tratta di film ambientati in Italia o in Francia e il vino, la buona tavola e la bellezza della vita di campagna sono un filo conduttore delle vicende. Quando si tratta di produzioni inglesi o americane, fa piacere scoprire che nell’immaginario anglosassone noi e i nostri cugini d’Oltralpe siamo i fortunati detentori di luoghi paradisiaci, non solo grazie ai magnifici panorami ma anche grazie ai valori umani che si respirano quando si è immersi in quella cultura.

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Ma dove si fabbricano il latte e i pomodori?

Leggo su una rivista che in uno zoo di una grande metropoli degli USA è stato allestito un recinto con delle mucche, accanto alle gabbie di leoni, tigri, elefanti e giraffe. Il motivo? Da un veloce sondaggio nelle scuole elementari è emerso che i bambini non sanno da dove viene il latte, per loro è un prodotto industriale. Lo zoo è stato quindi utilizzato non solo per la conoscenza di animali di altri continenti, ma anche per scoprire che il latte viene dalle mucche, animali agli occhi dei bambini altrettanto misteriosi ed esotici. Le maestre organizzano gite scolastiche nel parco dove ad orari precisi le mucche vengono munte, sotto gli occhi meravigliati dei piccoli.

Ma non è necessario andare in America: anche in Italia spesso ai nostri bambini manca una conoscenza diretta del mondo della natura. Continua a leggere

Arte, tradizione e buon cibo: un patrimonio da valorizzare

Nel mio blog cerco sempre di avere uno stile leggero e pieno di joie de vivre, ma il cibo e tutto quello che gravita intorno alla convivialità è cosa molto seria, da un punto di vista non solo nutrizionale ma anche antropologico, sociale e politico. Sono argomenti che hanno rilevanza “pubblica” e un impatto non indifferente sulla nostra società, sulla sua crescita umana ed economica. Per questo ho partecipato con curiosità ad un incontro con il sen. Gian Marco Centinaio, Ministro delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo sul tema: Arte, tradizione e buon cibo: un patrimonio da valorizzare. Il rilancio del turismo monferrino attraverso l’agricoltura e la cultura enogastronomica. Un titolo, come potete vedere, molto accattivante. Pane per i miei denti, per usare una metafora culinaria. Continua a leggere

Qualche impressione su Starbucks a Milano

Mi è bastato postare sul mio profilo facebook una foto di Starbucks in Piazza Cordusio a Milano e chiedere un parere agli amici, per scatenare subito una ridda di commenti decisi e appassionati, pro o contro la catena americana di caffetterie. Una cosa ho intuito da quei post: Starbucks, o lo adori, o lo detesti. Ora che finalmente ci sono entrata, posso farvi un breve resoconto. Vi posso anticipare che la maggior parte di quello che si dice pro o contro Starbucks (da parte soprattutto di chi nel locale milanese non ci è ancora andato) si riconduce alla fine ad un pregiudizio, positivo o negativo che sia: tutti cioè sono convinti che si tratti di un locale simile a quelli già frequentati negli States o negli aeroporti internazionali, con il classico bicchierone di cartone bianco con l’immagine della sirena verde e la lunga cannuccia.

Non è così, il locale di Piazza Cordusio è una cosa molto particolare, direi unica. Può piacere o non piacere, ma è un locale originale. Continua a leggere