La società del silenzio controllato

Per la mia rubrica “Distillati di sapienza” vi ho già segnalato di recente (leggi qui) un capitolo del volume di Jacques Attali “Cibo. Una storia globale dalle origini al futuro” (ed. Ponte alle Grazie, 2020): una descrizione impietosa della situazione della cultura della tavola ai giorni nostri. Il brano che vi segnalo in questo post è quasi un testo da letteratura distopica. Ma non siamo forse vicini a questo scenario? Oppure siamo ancora in tempo per fare un’inversione di rotta verso un approccio più equilibrato e più umano al mondo della convivialità?

La società del silenzio controllato

La risposta della società di mercato alle ansie che essa stessa produce sarà di spostare l’attenzione collettiva dalla conversazione, o anche dal consumo di prodotti consolanti, al tema della salute e dei rischi connessi al cibo.

Avremo tutti a disposizione strumenti di monitoraggio dell’impatto di quello che mangiamo sul peso, sull’indice di massa corporea e su tutta una serie di parametri. Sicché, alla fine, ad ogni essere umano sarà prescritto quello che dovrà o potrà mangiare. Penseremo di essere liberi di fare le nostre scelte, ma in realtà non faremo altro che seguire standard imposti dall’esterno. Inoltre nel 2030 le diete individuali prenderanno in considerazione anche le specificità genetiche di ogni individuo.

Il cibo è uno dei settori privilegiati di sviluppo della società dell’iper-sorveglianza. Verremo monitorati da diversi attori, pubblici o privati, che vorranno sapere tutto di ciò che leggiamo, ascoltiamo, guardiamo, pensiamo, diciamo, mangiamo, beviamo, per vendere di più e meglio, per valutare meglio i rischi per la salute e, infine, controllare meglio l’ordine sociale.

E’ un fenomeno che si può già vedere nella tirannia delle diete. L’intelligenza artificiale completerà questo arsenale di controllo per fornirci i mezzi per verificare meglio che i nostri alimenti siano conformi alle norme, o piuttosto per imporci le sue raccomandazioni.

Gli strumenti di questo nuovo controllo saranno i dispositivi portatili e gli elettrodomestici. Orologi collegati al corpo che valuteranno costantemente pressione sanguigna e livelli di zuccheri nel sangue, consigliando di evitare questo o quel cibo in questo o quel momento. Frigoriferi connessi che raccomanderanno alimenti conformemente alla dieta prescritta dal medico o dall’assicurazione. I dispositivi sapranno ciò che entra e ciò che esce dal nostro corpo e le assicurazioni, coadiuvate dalle “big tech”, rifiuteranno i rimborsi sanitari a chi non avrà mangiato quello che il frigo e l’orologio gli avevano detto di mangiare.

Come robot saremo condannati a nutrirci di prodotti artificiali dettati dalla paura della morte. E saremo robot silenziosi, inoltre, perché non avremo più la possibilità di parlare con nessuno, eccetto che per lavoro e per distrazioni preformattate, avendo perso comunque il più prolifico tema di conversazione da sempre, il cibo, e la cornice più adatta allo scambio di idee su qualunque argomento: la tavola.

Jacques Attali, nato ad Algeri nel 1943, è saggista, giornalista, economista, scrittore e musicista. Figura di spicco della cultura europea, è stato consulente di alcuni Presidenti della Repubblica francese.

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