Il caffè, una bevanda da Papi. Francesco preferisce quello della Costa Rica

Il caffè: una bevanda ormai quotidiana per molti di noi, ma che è entrata nella nostra cultura in epoca moderna. La pianta è originaria di Caffa – da cui il nome – in Etiopia. Da lì, tra il XIII e il XIV secolo, arriva nello Yemen, per proseguire il suo cammino verso nord lungo la costa del Mar Rosso, fino alla Mecca e a Medina, in Arabia, e poi al Cairo, che diventa uno dei principali centri di smistamento e diffusione del caffè. Il primo europeo a parlarne nei suoi libri è il medico e botanico Prospero Alpini, che nel 1581 è al Cairo al seguito dell’ambasciatore veneziano. La Serenissima non solo acquista il caffè e lo diffonde ma inaugura anche la moda dei locali dove lo si beve mentre si discetta di filosofia, politica e cultura. (Per qualche informazione in più leggete il mio post).

Ci sono tante storie che legano la Chiesa cattolica a questa bevanda: quando viene introdotta per la prima volta in Europa, molti la chiamano “l’intruglio del diavolo” e i teologi hanno dei dubbi sull’opportunità di berla da parte dei cristiani, essendo un prodotto che proviene dalle terre degli Infedeli. Sarà Papa Clemente VIII (1536 – 1605) a gettare acqua (santa) sul fuoco (del demonio). Si narra infatti che al pontefice il caffè piacesse molto e che quindi fece questo proposito: «Questa bevanda del diavolo è deliziosa. Dovremmo ingannare Satana battezzandola.» Da allora il caffè si diffonde anche nei monasteri, dove viene accolto molto positivamente perché tiene svegli ed è quindi utile per chi si alza all’alba per la preghiera e lavora molto durante il giorno oltre che per i monaci bisognosi di un valido supporto energetico quando bisogna rispettare astinenze e digiuni.

Se il caffè ha una storia antica che viene dall’Oriente, oggi i primi produttori al mondo si trovano in America Centrale e America del Sud: è stato un ex ufficiale della Marina francese, Gabriel Mathieu de Clieu, a portare delle pianticelle al di là dell’Atlantico, nella Martinica, e a piantarle nel 1723: ben presto le piantagioni si estendono a tutta l’area caraibica, da Haiti alla Giamaica, fino a Cuba e Portorico, con grande successo. Oggi i maggiori produttori mondiali sono Brasile, Vietnam, Colombia e Indonesia, seguiti da Messico, Guatemala, Honduras, Perù, Etiopia e India.

Sono caffè generalmente di ottima qualità, ma per Papa Francesco il migliore al mondo è quello della Costa Rica: nel 2019, salutando Carlos Alvarado, presidente di quella nazione, Papa Francesco gli ha detto: «Lei è il presidente del miglior caffè del mondo». Memori di questo complimento, il gruppo di pellegrini della Diocesi di Ciudad Quesada, che accompagnati dal loro Vescovo si sono recati in pellegrinaggio in Vaticano per il Giubileo 2025, hanno donato al Papa un sacchetto di caffè e il Pontefice ha ribadito la sua convinzione: «Voi avete il miglior caffè del mondo».

Scrivo queste righe nel febbraio 2025, mentre Papa Francesco è in ospedale: chi legge il mio blog sa quante volte ho avuto occasione di riportare le sue simpatiche e spesso molto profonde riflessioni sul tema del cibo, della tavola, della convivialità, perché questo Pontefice ha dimostrato più volte una grande sensibilità su questi temi. Preghiamo per lui, affidiamolo a Maria Santissima, salute degli infermi.

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