Talleyrand e Carême: la pace si fa a tavola

Questa è una storia nella quale la politica si intreccia con la cucina e la gastronomia: i destini di una nazione e dell’Europa sono passati anche attraverso le pentole e le stoviglie. La tavola è, fin dagli albori dell’umanità, il contesto ideale per fare ambiente e costruire comunità, stringere alleanze o manifestare il proprio potere, offrire amicizia e accogliere ospiti, dimostrare chi siamo e cosa pensiamo della vita. Nulla di nuovo quindi. Ma può capitare persino che chi si presenta ad un congresso in posizione di manifesta inferiorità ne esca a testa alta, contro ogni previsione, grazie anche al proprio cuoco. E’ quello che è accaduto al Congresso di Vienna del 1815. Ma andiamo con ordine. I protagonisti di questa vicenda sono il principe Charles-Maurice de Talleyrand e il suo cuoco Marie-Antoine Carême.

Il primo era Ministro degli Esteri durante il regno del Re Luigi XVI, lo ritroviamo poi, passato indenne dal furore della Rivoluzione Francese, alla corte di Napoleone Bonaparte e dopo la Restaurazione è ancora ministro di Luigi XVIII. Il secondo, nato a Parigi nel 1784 in una famiglia poverissima, comincia a lavorare come sguattero ma manifesta ben presto un vero talento culinario. I suoi piatti sono molto apprezzati da tutto il bel mondo parigino e Talleyrand, che è un uomo molto gourmand, lo prende al suo esclusivo servizio. Tra i due si crea un forte legame di amicizia e di reciproca stima: la tavola del principe al castello di Valençay, grazie a Carême, diviene una delle più famose di Francia. Napoleone, da uomo d’azione qual è, non ama stare a tavola, alla quale raccontano che non dedicasse più di 15 minuti. Da abile stratega capisce però che la convivialità aiuta a stringere relazioni, alleanze, a strappare confidenze e attirare simpatia e benevolenza. Incarica dunque Talleyrand, che dimostra invece di stare a tavola con piacere, di svolgere questo importante ruolo nei confronti soprattutto degli ambasciatori e dei leader stranieri, attraverso la buona gastronomia e la bellezza delle tavole apparecchiate. Tra piatti sontuosi e calici di vino raffinato si intrecciano trattative diplomatiche e si gettano le basi di alleanze e progetti politici.

Vienna, Hofburg – La sala da pranzo

Dopo la caduta di Napoleone, la Francia si presenta al Congresso di Vienna con le ossa rotte, sconfitta pesantemente a Waterloo, dopo avere sconvolto l’Europa con le sue guerre. Il nuovo Re Luigi XVIII incarica Talleyrand di trattare con i vincitori, invitandolo a mettere in campo tutte le sue abilità diplomatiche per strappare condizioni non troppo pesanti e si tramanda che il ministro gli abbia detto: «Sire, avrò più bisogno di pentole che di istruzioni». I libri di storia a questo punto raccontano che, inaspettatamente, la Francia porterà a casa condizioni più che accettabili, ma quegli stessi libri non specificano che Talleyrand è arrivato a Vienna con Carême che si mette a cucinare per tutti, sfoggiando la migliore cucina francese. Antipasti freddi e caldi, zuppe, carni, soufflè, dolci e pasticcini, salse e formaggi. Come non guardare con benevolenza una nazione che sa mettere in tavola tali prelibatezze?

Il Congresso di Vienna in un dipinto di Jean-Baptiste Isabey 

Dopo il Congresso di Vienna, Carême diventa una star: andrà a lavorare per l’erede al trono d’Inghilterra e poi in Russia per lo zar Alessandro I, poi di nuovo a Vienna al servizio dell’ambasciatore britannico in Austria. Tornato in Francia, diviene il responsabile della tavola del barone James Rothschild. Ci ha lasciato anche dei trattati di gastronomia, corredati da incisioni fatte da lui stesso: era anche un ottimo disegnatore. A lui la tradizione attribuisce la creazione del caratteristico cappello da cuoco.

Disegni di Carême

Morale della storia? Se volete entrare in buona relazione con qualcuno, invitatelo a cena, cucinate gustose pietanze, stappate una bottiglia di buon vino. L’amicizia e la benevolenza saranno assicurate. La pace si fa a tavola, come dimostra questa vicenda. E Dio sa quanto abbiamo bisogno di pace in questo nostro mondo.

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