Pratico, utile, comodo, assolutamente necessario per chi cucina. E’ il grembiule. Secondo la definizione del dizionario, è l’indumento costituito da un rettangolo (eventualmente fornito anche di una pettorina) legato attorno ai fianchi, che scende fino alle ginocchia o alle caviglie e si indossa sopra gli abiti come protezione durante il lavoro. Ma non è solo utile per evitare macchie e schizzi di sugo sul vestito: è immagine, simbolo, divisa, emblema di uno stile di vita. Con quanto orgoglio i concorrenti di MasterChef si infilano il grembiule, quando vengono ammessi alla prestigiosa cucina del talent show, e con quanta tristezza e commozione se lo tolgono quando viene comunicato loro che devono lasciare per sempre la competizione.
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Leonardo da Vinci e la sua passione per la buona tavola
Leonardo era un autentico genio, avrebbe potuto ignorare il mondo della cucina e del vino? Quest’anno ricorre il Cinquecentenario della sua morte e in tante città si moltiplicano mostre, convegni ed eventi a lui dedicati. Ci sono anche cene a tema, per ricordare la sua creatività in ambito enogastronomico.
Vi ho già parlato della Vigna di Leonardo (leggi qui) ma dalla sua biografia emergono altri episodi interessanti, che rivelano la sua eclettica personalità: ad esempio a Firenze, nei primi anni da apprendista, lo troviamo a fare il cameriere presso la Taverna delle Tre Lumache, vicino a Ponte Vecchio, per arrotondare lo scarno compenso. Ad un certo punto viene anche promosso a cuoco ma, a causa di una rissa molto violenta scoppiata tra gli avventori, la taverna prende fuoco. Leonardo si è però evidentemente appassionato a quel mestiere, visto che convince Sandro Botticelli ad entrare in società e aprire insieme un locale. Continua a leggere
Ma cosa c’era sulla tavola dell’Ultima Cena?
Siamo in Settimana Santa, e vorrei dedicare questo post all’Ultima Cena. Lo faccio con un po’ di timore, non entro in considerazioni teologiche ma nello spirito di questo blog mi limito a fare un po’ di storia e cultura. E’ significativo che il Sacramento più grande del cristianesimo sia stato istituito a tavola e abbia per oggetto pane e vino. Questo grande Mistero, di straordinario valore spirituale, ha come cornice un rito molto umano e comune: una cena di festa tra amici. Vediamo allora innanzitutto di descrivere il contesto e la preparazione di quella Cena. Continua a leggere
La vigna di Leonardo da Vinci
Milano è una città piena di sorprese, i turisti si concentrano normalmente sul Duomo e Sant’Ambrogio, sulla Pinacoteca di Brera e il Cenacolo, ma ci sono piccoli angoli nascosti che celano dei tesori pieni di fascino, testimoni di vicende storiche interessanti, che sfuggono al passante frettoloso. Lo sapevate per esempio che in pieno centro, davanti alla chiesa di Santa Maria delle Grazie, c’è una casa storica rinascimentale, appartenuta alla famiglia degli Atellani, che racchiude un elegante giardino dove si trova nientemeno che la vigna di Leonardo da Vinci? Il quartiere è proprio quello dove il grande artista ha lasciato la traccia più prestigiosa della sua presenza milanese, L’Ultima Cena del refettorio domenicano.
Vi racconto questa storia affascinante. Continua a leggere
Una serata di generosità, cultura, amicizia … e ottimo vino!
Tempo fa ho partecipato all’organizzazione di una serata che aveva lo scopo di raccogliere fondi per una associazione. L’obiettivo posso dire che è stato raggiunto, ma aveva proprio ragione san Francesco d’Assisi quando nella sua famosa Preghiera semplice diceva: “E’ dando che si riceve”. Perché i partecipanti sono stati generosi ma hanno ricevuto a loro volta dei doni: una bella cena, ottimo vino, piacevole compagnia e hanno anche imparato tante cose interessanti sulla storia e sulla cultura del vino. Vi racconto come è andata. Continua a leggere
La Cena del Giovedì Santo: ultima di una lunga serie
All’avvicinarsi del Triduo Pasquale, che comincia con il ricordo dell’Ultima Cena, durante la quale Gesù ha istituito il sacramento dell’Eucarestia, ricordiamo alcuni dei tanti episodi che vedono Gesù commensale: e sono proprio tanti. I suoi nemici lo giudicavano “un mangione e un beone” per denigrarlo, dopo avere considerato un matto Giovanni il Battista che digiunava nel deserto. Insomma: se si vuole parlare male di qualcuno, ci si inventa sempre qualcosa, magari esasperando alcuni aspetti del suo modo di vivere. Se dicevano così, vuol dire che Gesù a tavola ci stava volentieri; non certo per gozzovigliare, per darsi al vizio della gola, ma perché sapeva che a tavola si entra in sintonia più facilmente con le persone, si parla piacevolmente, si raggiunge un’intimità e una confidenza che difficilmente si ottengono in altri contesti. Continua a leggere