Torino nell’Ottocento era nel pieno della prima industrializzazione: cresceva a dismisura il numero di operai alla ricerca di un lavoro e la città era invasa anche da ragazzini a loro volta impiegati nell’industria, sfruttati da datori di lavoro senza scrupoli, abbandonati a sé stessi, spesso orfani. Don Giovanni Bosco incrociò provvidenzialmente la strada di alcuni di loro, cominciò a fare loro il catechismo, li accolse in un ambiente sano e cordiale, li seguì con amore e attenzione alla loro formazione umana e li aiutò nel mondo del lavoro, creando laboratori di falegnameria, calzoleria, sartoria e tipografia. Ma soprattutto donò loro un luogo pieno di affetto, una grande famiglia dove trovarono sempre conforto e speranza. Continua a leggere
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Il Barolo: frutto di una grande terra e di un matrimonio d’amore
Mettiamo insieme, come in un sofisticato blend, vari elementi: un vino superbo, una coppia di coniugi che sono esempio di vita cristiana, la bellezza delle Langhe e il dramma della Vandea, la vita dei palazzi nobiliari e le sfide sociali dell’Ottocento. Non c’è male come assemblaggio, ne risulta una storia appassionante ed anche edificante. E’ la storia dei Marchesi di Barolo. Ora ve la racconto.
Barolo è una località delle Langhe e appena si pronuncia quel nome il pensiero corre subito al vino che viene definito “re dei vini e vino dei re”. Parliamo di un prodotto d’eccellenza, fiore all’occhiello nella produzione italiana, che è anche detto “vino dei re” perché la sua storia ha effettivamente a che fare con imperatori, sovrani, nobiluomini e nobildonne. Continua a leggere