Che bello stare a tavola con i bambini!

Nello spogliatoio della palestra intercetto una conversazione tra due giovani amiche. Una di loro, che fa la baby-sitter a due fratellini, si lamenta del fatto che non stanno seduti a tavola: prendono il piatto, si mettono sul divano e pretendono di mangiare guardando la TV. Lei ne ha parlato con la mamma dei bimbi e questa le risponde che va bene così, “basta che mangino”. La ragazza se ne lamenta con l’amica: «Si mangia a tavola! A casa mia si mangia seduti a tavola tutti insieme!». Avrei voluto abbracciarla. Che bello che ci siano ancora dei giovani che hanno queste buone abitudini. Purtroppo in tante famiglie il rito della convivialità è andato perduto, dimenticando che intorno ad una tavola nutriamo non solo il corpo ma anche l’anima.

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Distillati di sapienza – Cibo e rituali sociali

Per la rubrica “Distillati di sapienza“, vi suggerisco la lettura di questo articolo della dott.ssa Cristina Rubano, Psicologa, Psicoterapeuta specialista in Psicologia della Salute.

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Il cibo riassume in sé significati simbolici e relazionali che vanno oltre le semplici necessità fisiologiche che il nutrimento va a soddisfare. In tal senso possiamo parlare di cibo e rituali sociali trasversalmente alle epoche e alle culture, nel costruire e tramandare identità, ruoli, significati e istituzioni collettive. Continua a leggere

Manifesto in difesa della merenda (quella vera)

Quanto è bello il momento della merenda! La parola viene dal latino, dal verbo merere, meritare, la Treccani dice che è un gerundivo neutro plurale e letteralmente vuol dire “cose da meritarsi”. La merenda nasce come piccolo premio che si dava ai bambini dopo che avevano compiuto il loro dovere, poi è diventato semplicemente lo spuntino che si fa a metà mattina o nel corso del pomeriggio.

A scuola quanto era agognato il momento dell’intervallo: pausa ristoratrice, per fare quattro passi in corridoio oppure in cortile. Era il momento delle chiacchiere, dei saluti agli amici delle altre classi, e poi si tirava fuori dalla cartella la merenda che la mamma ci aveva preparato. Dopo 3 ore di studio in classe, il calo di zuccheri richiedeva proprio uno spuntino. Nel mio liceo c’era anche il bidello che vendeva le focacce. Poi a casa, nel pomeriggio, dopo un paio d’ore di compiti, io prendevo il pane con la marmellata o col prosciutto. Continua a leggere