Chiacchiere, bugie, cenci, frappe, castagnole, tortelli: ogni regione d’Italia, direi ogni provincia, ha i suoi dolci di Carnevale o li chiama con un nome diverso. Già dopo l’Epifania fanno la loro comparsa nelle vetrine, prendendo il posto dei panettoni e degli altri dolci natalizi. Il Carnevale è una festa tipica dei paesi cattolici: è un momento di festa, spesso sfrenata e un po’ irriverente, per dare libero sfogo ai piaceri e alle golosità prima delle penitenze quaresimali. Il Carnevale si chiama così proprio perché un tempo si mangiava carne in abbondanza prima dei 40 giorni di magro, dominati dalle astinenze e dai digiuni.
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La Quaresima: astinenze e digiuni ma “profumandoci il capo”
Siamo fatti di anima e corpo e quando vogliamo contraddistinguere un tempo forte da un punto di vista religioso, necessariamente dobbiamo anche cambiare le abitudini a tavola. C’è la dieta dello sportivo, che si prepara ad una grande performance atletica, e c’è il regime alimentare di chi fa esercizi per lo spirito. C’è il tempo della festa e dei banchetti e quello della quotidianità, il momento dell’accoglienza gioiosa di un ospite e il pasto frugale nella pausa pranzo della giornata lavorativa. E potrei andare avanti all’infinito con gli esempi, perché il cibo ha sempre un grande impatto sulla nostra vita e ci può aiutare a vivere più intensamente i momenti importanti. Adesso siamo in Quaresima ed è il momento dell’astinenza e del digiuno: è un tempo forte della Chiesa cattolica, quando si raccomanda di vivere per 40 giorni in modo profondo l‘attesa della Pasqua, in particolare attraverso l’elemosina, la preghiera e appunto il digiuno. Continua a leggere
Dolci fritti a Carnevale: c’è un motivo!
A Carnevale non solo ogni scherzo vale, ma anche a tavola, mi raccomando, bando alle diete: soprattutto per chi farà poi seriamente qualche fioretto quaresimale. Vi ho già parlato del significato storico del Carnevale, delle sue radici nelle tradizioni cattoliche. Leggete qui. Oggi vi racconto il perché quasi tutti i dolci che si gustano in questo periodo sono fritti. Chiacchiere, tortelli, bugie, frappe, castagnole, ciambelle, zeppole (tipiche di san Giuseppe), struffoli, ogni regione ha i suoi dolci (o magari sono gli stessi, con nomi diversi); ma la caratteristica comune è che sono tutti fritti, per la gioia dei golosi. Non è una coincidenza: per scoprire il motivo, bisogna andare indietro nel tempo, quando non c’erano frigoriferi e congelatori. Continua a leggere
Quaresima, astinenze e le abitudini alimentari dell’Occidente
Ecco arrivata anche quest’anno la Quaresima, tempo forte della Chiesa, con i suoi riti suggestivi, l’invito alla penitenza, le astinenze e i digiuni. Fin dagli albori del monachesimo e dell’eremitismo cristiano i sacrifici nella dieta alimentare sono una costante della vita ascetica. Considerando i vantaggi spirituali di queste pratiche, la Chiesa ha voluto proporre anche ai laici di praticare ogni tanto giorni di astinenza dalle carni e giorni di digiuno. Ne ho già parlato nel mio blog (leggi qui) e per chi vuole saperne di più rinvio a quel post. Oggi vorrei soffermarmi di più su un altro aspetto: il cristianesimo ha plasmato le abitudini alimentari dell’Occidente e anche chi non è credente e non segue i precetti della Chiesa in realtà ancora oggi ha alcune abitudini alimentari che vengono proprio dalla cultura cristiana. Continua a leggere
Il pranzo di Erode e il vassoio con la testa del Battista
Eccoci entrati anche quest’anno nella Quaresima, tempo forte della vita della Chiesa, connotato anche da astinenze e digiuni. E’ un’occasione per riflettere sulla virtù della temperanza e sul vizio della gola (potete leggere questo post) e un famoso episodio biblico ci può aiutare a capire la profonda differenza tra i pranzi che sono splendide occasioni di gioiosa condivisione e quelli dove ci si lascia andare alle gozzoviglie, alla sfrenata ricerca del piacere e le conseguenze possono essere nefaste. E’ il caso della festa di compleanno di Erode, che si concluderà con la decapitazione di Giovanni il Battista. Conosciamo la storia, narrata nel Vangelo di Marco, e che ha ispirato tanti artisti: Continua a leggere
La lotta tra il Carnevale e la Quaresima
Ed ecco arriva come tutti gli anni il Carnevale, che precede la Quaresima. O almeno così dovrebbe essere, perché spesso si fa il Carnevale, dimenticando che il suo significato è quello di essere un momento di festa, spesso sfrenata e un po’ irriverente, per dare libero sfogo ai piaceri e alle golosità, prima delle penitenze quaresimali. Ve ne ho già parlato in questo blog: leggete qui.
Oggi vi voglio presentare un quadro del 1559 di Pieter Bruegel il Vecchio, conservato al Kunsthistorisches Museum di Vienna: “Lotta fra il Carnevale e la Quaresima”. Vediamo una piazza brulicante di gente, indaffarata tra mille occupazioni. Al centro, ecco i due protagonisti che si fronteggiano. Continua a leggere
Astinenza e digiuno: la bellezza dell’ordine nel rapporto con il cibo
Potrà sembrare strano, in un blog che parla di bellezza della tavola, dedicare un post al tema del digiuno. Eppure c’è bellezza anche nel digiuno, nelle astinenze.
A tavola è importante rispettare le regole, mangiare con ordine, seguire un rito. L’uomo non mangia solo per nutrirsi, come fanno gli animali, ma è capace di dominare i propri istinti, dando valore alla tavola come momento di socialità, di relazione, di crescita personale. Quindi anche nel suo rapporto con il cibo esprime cultura, valori, stile di vita. E anche la sua fede. Continua a leggere
Carnevale, dolci e maschere. Ma perché?
Entro in una bella pasticceria di Roma e ordino un vassoio di quelle che io chiamo chiacchiere e tortelli, ma scopro che lì si chiamano frappe e castagnole. Ogni regione d’Italia, direi ogni provincia, ha i suoi dolci di Carnevale o li chiama con un nome diverso. Già dopo l’Epifania fanno la loro comparsa nelle vetrine, prendendo il posto dei panettoni e degli altri dolci natalizi. Poi i pasticceri, dopo il Martedì Grasso (a Milano dopo il Sabato Grasso), si dedicheranno alle colombe, alla pastiera e agli altri dolci pasquali. Non ci facciamo caso, ma le nostre abitudini alimentari, anche in tempo di secolarizzazione e laicità, sono scandite dall’anno liturgico. Continua a leggere