Entro in una bella pasticceria di Roma e ordino un vassoio di quelle che io chiamo chiacchiere e tortelli, ma scopro che lì si chiamano frappe e castagnole. Ogni regione d’Italia, direi ogni provincia, ha i suoi dolci di Carnevale o li chiama con un nome diverso. Già dopo l’Epifania fanno la loro comparsa nelle vetrine, prendendo il posto dei panettoni e degli altri dolci natalizi. Poi i pasticceri, dopo il Martedì Grasso (a Milano dopo il Sabato Grasso), si dedicheranno alle colombe, alla pastiera e agli altri dolci pasquali. Non ci facciamo caso, ma le nostre abitudini alimentari, anche in tempo di secolarizzazione e laicità, sono scandite dall’anno liturgico. Continua a leggere