Il 29 luglio la Chiesa ricorda Santa Marta e io la festeggio sicuramente, essendo la patrona del mio blog: modello di donna che si impegna nell’accoglienza, nella cura della tavola, operosa e al servizio del suo prossimo, che vuole allietare con i suoi manicaretti. Chi meglio di lei posso invocare nel mio cammino per una diffusione della cultura della tavola e dell’ospitalità? Marta è da imitare. Lo ricorda anche Papa Francesco: sul suo esempio, si deve «far sì che, nelle nostre famiglie e nelle nostre comunità, si viva il senso dell’accoglienza, della fraternità, perché ciascuno possa sentirsi ‘a casa’, specialmente i piccoli e i poveri quando bussano alla porta».
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Santa Marta e tutte le donne che quando hanno ospiti si agitano
Ormai lo sanno tutti che Santa Marta è la patrona del mio blog. A chi altri potevo affidare questo mio piccolo lavoro? Lei che è passata alla storia per essere quella che quando invita qualcuno a cena prepara trenta portate di antipasti, corre e sbuffa tra cucina e sala da pranzo, si agita e si preoccupa perché l’arrosto è troppo cotto e la maionese impazzisce. Quella che impazzisce in realtà è proprio lei e Gesù glielo ricorda: “Marta, sono venuto qui per conversare con voi di cose importanti, Maria mi sta tenendo compagnia e tu che fai? Giri come una trottola e ti arrabbi se gli altri non ti aiutano”.
Confessiamolo, noi donne di casa siamo un po’ tutte così, vogliamo la perfezione quando invitiamo qualcuno a casa nostra e magari non pensiamo che lui vorrebbe solo compagnia, una piacevole conversazione, condividere gioie e dolori della vita. Continua a leggere
29 luglio, Santa Marta, la patrona del mio blog
Oggi, 29 luglio, è Santa Marta, patrona del mio blog.
Nell’immagine vedete un dipinto di Alessandro Allori, Cristo nella casa di Marta, (1605, Kunsthistorisches Museum, Vienna). Che bella tavola, riccamente imbandita, che ha preparato Marta! E che eleganti bicchieri di cristallo, in onore dell’Ospite. Ma sappiamo anche che Gesù le rivolge un affettuoso ma fermo rimprovero: «Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c’è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta». (Luca 10, 38-42).
Ecco cosa ci racconta a proposito di Santa Marta Piero Bargellini nel suo libro Mille santi del giorno (Vallecchi ed.):
«La risposta che Gesù diede a Marta è la risposta che la Chiesa continua a dare a tutti i materialisti di questo mondo, i quali si inquietano e si agitano per molte cose, senza pensare che soltanto una cosa è importante: ed è di salvare l’anima, ascoltando, ai piedi di Gesù, i suoi divini insegnamenti.
Marta è santa, come santa è Maria sua sorella. E’ santa perché non ha rifiutato l’insegnamento di Gesù. E’ santa perché, pur continuando a fare la massaia, ha capito che al di sopra delle faccende domestiche ci sono altre faccende, più importanti e più meritorie.
E la Chiesa, che non manca mai di ricordare ai materialisti il primato dello spirito, non disprezza o rinnega la materia, come fecero gli antichi manichei e fanno i moderni spiritualisti. C’è una gerarchia di valori che va rispettata. Alla sommità, la luce della Fede e gli interessi spirituali; più in basso, le necessità della vita e gli interessi del corpo: il problema del pane, dei vestiti, della casa, del lavoro. E’ santa, Maria di Betania, che ha scelto la parte superiore; ma è santa anche Marta, che curando la parte inferiore, non rinnega o rigetta la migliore. Sante tutte e due le sorelle di Lazzaro, le amiche di Gesù; la sorella contemplativa e la sorella attiva; come sono sante la contemplazione e l’azione, quando però l’azione sia guidata e animata dalla luce della fede e dal calore della carità.»
Santa Marta, prega per noi (e per il mio blog)
[Piero Bargellini (Firenze 1897-1980) è uno scrittore italiano, autore di numerose pubblicazioni di carattere divulgativo, concernenti le arti figurative, la letteratura, la storia religiosa.]
La Cena del Giovedì Santo: ultima di una lunga serie
All’avvicinarsi del Triduo Pasquale, che comincia con il ricordo dell’Ultima Cena, durante la quale Gesù ha istituito il sacramento dell’Eucarestia, ricordiamo alcuni dei tanti episodi che vedono Gesù commensale: e sono proprio tanti. I suoi nemici lo giudicavano “un mangione e un beone” per denigrarlo, dopo avere considerato un matto Giovanni il Battista che digiunava nel deserto. Insomma: se si vuole parlare male di qualcuno, ci si inventa sempre qualcosa, magari esasperando alcuni aspetti del suo modo di vivere. Se dicevano così, vuol dire che Gesù a tavola ci stava volentieri; non certo per gozzovigliare, per darsi al vizio della gola, ma perché sapeva che a tavola si entra in sintonia più facilmente con le persone, si parla piacevolmente, si raggiunge un’intimità e una confidenza che difficilmente si ottengono in altri contesti. Continua a leggere