A tavola con i consigli di Ildegarda

Ildegarda di Bingen è una delle figure più interessanti del Medioevo: badessa benedettina, mistica, autrice di opere teologiche, musicista e compositrice, si occupò anche di cibo e alimentazione. Scrolliamoci di dosso tutti i pregiudizi sui cosiddetti “secoli bui”, che secondo la vulgata corrente erano arretrati e violenti, e naturalmente mortificavano le donne, emarginate e impossibilitate a far sentire la loro voce. La storia di Ildegarda è la prova di come le cose siano andate ben diversamente. Certamente erano anni turbolenti, ma i nostri sono forse tranquilli? Il XII secolo ha visto una grande crescita spirituale, intellettuale ed economica: commerci con paesi lontani, città che si sviluppano, fondazione di università e ospedali. Siamo nell’epoca dell’architettura romanica, dei trovatori e dei poemi cavallereschi, delle strade dei pellegrinaggi e di Bernardo di Chiaravalle.

E’ in questa Europa così vivace che vive la sua lunga vita Ildegarda di Bingen (1098 – 1179). Continua a leggere

A Natale vestiamo a festa la nostra tavola

Con un’amica mi sono scambiata qualche messaggio su come addobbare la tavola del pranzo di Natale, e voglio condividere con voi quello che ci siamo scritte.

Innanzitutto, non ci sono canoni precisi, cerimoniali da rispettare assolutamente. L’importante è che comunque la tavola della festa sia più bella di quella di tutti i giorni, per far capire che quel giorno è più importante degli altri. Continua a leggere

Vittorio Messori: Religione in cucina

Per la rubrica “Distillati di sapienza“, vi segnalo questo testo di Vittorio Messori, tratto dal libro: Pensare la storia. Una lettura cattolica dell’avventura umana (Paoline, Milano 1992, p. 167).

Vittorio Messori è uno scrittore e giornalista italiano, uno dei più famosi autori cattolici. Deve la sua fama in particolare al libro “Ipotesi su Gesù” (SEI, 2001), un best seller internazionale, tradotto in 22 lingue; e ai libri-intervista con il Card. Joseph Ratzinger, “Rapporto sulla fede” (Ed. Paoline, 1985), e a Papa Giovanni Paolo II, “Varcare la soglia della speranza” (Mondadori, 1995).

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Religione in cucina

Parlo con un anglicano e il discorso cade sulla proverbiale «ipocrisia» britannica e, in generale, dei Paesi protestanti. «Sì – ammette – qualcosa di vero c’è. E per la ragione già vista dal nostro Oscar Wilde: la coscienza protestante non ci impedisce di peccare. Ci impedisce solo di goderci il peccato».

Mi viene in mente Léo Moulin, lo studioso belga autore, tra l’altro, di una storia cultural – religiosa della gastronomia, convinto com’è che l’arte della cucina, alla pari di ogni altra arte, sia una spia dell’inconscio dei popoli. Continua a leggere