Il pranzo di Erode e il vassoio con la testa del Battista

Eccoci entrati anche quest’anno nella Quaresima, tempo forte della vita della Chiesa, connotato anche da astinenze e digiuni. E’ un’occasione per riflettere sulla virtù della temperanza e sul vizio della gola (potete leggere questo post) e un famoso episodio biblico ci può aiutare a capire la profonda differenza tra i pranzi che sono splendide occasioni di gioiosa condivisione e quelli dove ci si lascia andare alle gozzoviglie, alla sfrenata ricerca del piacere e le conseguenze possono essere nefaste. E’ il caso della festa di compleanno di Erode, che si concluderà con la decapitazione di Giovanni il Battista. Conosciamo la storia, narrata nel Vangelo di Marco, e che ha ispirato tanti artisti: Continua a leggere

Una serata di generosità, cultura, amicizia … e ottimo vino!

Tempo fa ho partecipato all’organizzazione di una serata che aveva lo scopo di raccogliere fondi per una associazione. L’obiettivo posso dire che è stato raggiunto, ma aveva proprio ragione san Francesco d’Assisi quando nella sua famosa Preghiera semplice diceva: “E’ dando che si riceve”. Perché i partecipanti sono stati generosi ma hanno ricevuto a loro volta dei doni: una bella cena, ottimo vino, piacevole compagnia e hanno anche imparato tante cose interessanti sulla storia e sulla cultura del vino.  Vi racconto come è andata. Continua a leggere

Lenticchie a Capodanno

lenticchieMa quanta fame doveva avere Esaù, per essere addirittura disposto a cedere la sua primogenitura per un piatto di lenticchie! Vi ricordate il racconto biblico? Siamo nel Libro della Genesi: Esaù e Giacobbe sono i figli di Isacco, figlio di Abramo. Insomma, proprio agli albori dell’umanità. Sono gemelli diversi: Esaù è il primo nato dunque, secondo la legge di quel tempo, erede universale. E’ un cacciatore forte e robusto, coraggioso e intrepido, al contrario del fratello Giacobbe, agricoltore, dal carattere mite e dolce, ma certamente non uno sciocco, anzi un furbacchione, come dimostra la storia. Un giorno Esaù torna a casa dopo un battuta di caccia molto sfortunata: non ha preso nulla ed è stanco e affamato. Continua a leggere

Cristianesimo e vino: un legame indissolubile

Frate Bacco”: così era chiamato, con simpatia, il monaco addetto alle vigne nell’abbazia benedettina di Fleury, sulle rive della Loira.

I monaci hanno raggiunto l’eccellenza in molti campi: tra questi, anche nella produzione del vino. La prima motivazione è quella liturgica: per il Sacramento dell’Eucarestia è necessario avere il vino. Nell’epoca delle invasioni barbariche, dei viaggi lunghi e pericolosi, il commercio è difficoltoso e sottoposto a tante incertezze. San Benedetto abitua i monaci ad essere autosufficienti, a procurarsi da sé tutto il necessario per la vita della comunità monastica. Così i monaci piantano la vite e producono il vino. Continua a leggere