Tavolo o tavola? Leggo sul dizionario della lingua italiana: «Tavolo: Mobile formato da un piano di legno o di altro materiale, sostenuto perlopiù da quattro gambe, che serve per vari usi (è preferito a tavola quando sono espressi gli usi specifici e se non si tratta delle tavole da pranzo).» Quando ci si riferisce alla mensa apparecchiata, si usa quindi il termine al femminile. “A tavola” gridano le mamme e le nonne quando il pranzo è pronto. Se gridassero: “Al tavolo” i familiari resterebbero sbigottiti. Si parla del tavolo da lavoro, da disegno, del tavolo delle trattative, di quello operatorio. Ma in tema di convivialità, la tavola è donna. Così come sono femminili le divinità pagane del raccolto, dell’agricoltura, della terra. La cucina è donna, forse perché è così legata al tema della vita e chi più delle donne ha in mano i segreti della vita?
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Il pranzo di Erode e il vassoio con la testa del Battista
Eccoci entrati anche quest’anno nella Quaresima, tempo forte della vita della Chiesa, connotato anche da astinenze e digiuni. E’ un’occasione per riflettere sulla virtù della temperanza e sul vizio della gola (potete leggere questo post) e un famoso episodio biblico ci può aiutare a capire la profonda differenza tra i pranzi che sono splendide occasioni di gioiosa condivisione e quelli dove ci si lascia andare alle gozzoviglie, alla sfrenata ricerca del piacere e le conseguenze possono essere nefaste. E’ il caso della festa di compleanno di Erode, che si concluderà con la decapitazione di Giovanni il Battista. Conosciamo la storia, narrata nel Vangelo di Marco, e che ha ispirato tanti artisti: Continua a leggere
L’arista, il Vin Santo e il Concilio di Firenze
Andando alla ricerca della storia dei cibi e della loro etimologia, si scoprono curiosità che si intrecciano spesso con le vicende del Cristianesimo europeo. E’ il caso di un gustoso taglio di carne, l’arista di maiale, e di un vino dolce, il Vin Santo.
In Toscana, si sa, il maiale è un cibo molto amato, ben radicato nella tradizione culinaria, presente sulla tavola dei ricchi e dei contadini, e la schiena di maiale cotta in forno è una prelibatezza. Il Vin Santo poi, quello autentico, è un prodotto realizzato con tecniche tramandate di padre in figlio, come una preziosa eredità, utilizzando la “madre” del Vin Santo, in botti speciali. Viene sempre associato ai cantuccini, biscotti croccanti che si intingono nel vino; ma i produttori sostengono che si accompagna benissimo anche a dei formaggi erborinati o ai crostini di fegato, come si fa con il francese Sauternes.
Come a volte accade, le storie e le leggende che raccontano l’origine di un cibo sono molteplici, ma quella che vi voglio raccontare oggi trova conferma in molte tradizioni, e in particolare la troviamo nell’Artusi, gastronomo sempre ben informato. Continua a leggere
La Cena del Giovedì Santo: ultima di una lunga serie
All’avvicinarsi del Triduo Pasquale, che comincia con il ricordo dell’Ultima Cena, durante la quale Gesù ha istituito il sacramento dell’Eucarestia, ricordiamo alcuni dei tanti episodi che vedono Gesù commensale: e sono proprio tanti. I suoi nemici lo giudicavano “un mangione e un beone” per denigrarlo, dopo avere considerato un matto Giovanni il Battista che digiunava nel deserto. Insomma: se si vuole parlare male di qualcuno, ci si inventa sempre qualcosa, magari esasperando alcuni aspetti del suo modo di vivere. Se dicevano così, vuol dire che Gesù a tavola ci stava volentieri; non certo per gozzovigliare, per darsi al vizio della gola, ma perché sapeva che a tavola si entra in sintonia più facilmente con le persone, si parla piacevolmente, si raggiunge un’intimità e una confidenza che difficilmente si ottengono in altri contesti. Continua a leggere