Quella dello scorso 30 agosto è stata una giornata intensa, piena di riflessioni, amicizia, condivisione di valori e cultura. L’occasione è Gurone in Festa, la tradizionale manifestazione di fine estate all’oratorio San Lorenzo a Gurone di Malnate, in provincia di Varese. Il primo appuntamento è per il pomeriggio, quando nel grande salone presento al gruppo della Terza Età il libro “La bellezza a portata di mano – Per un’estetica della vita quotidiana” (D’Ettoris Editori).
Il pubblico è davvero numeroso, si tratta di una comunità molto attiva e decisamente sensibile ai temi della famiglia, all’importanza delle relazioni, al recupero del lavoro manuale e della concretezza del reale in un mondo sempre troppo virtuale: c’è tanta voglia di impegnarsi in esperienze di bellezza nella vita di tutti i giorni, trasmettendo la propria esperienza e sensibilità ai figli e ai nipoti, per reagire all’individualismo e al pessimismo oggi dominante, sentendo il desiderio di dare una testimonianza per costruire una società più umana e solidale.

Il secondo appuntamento è l’incontro dedicato a: “La cucina e il refettorio monastico: un modello per la tavola delle famiglie”. Mi hanno chiesto di raccontare quali sono i consigli di San Benedetto sull’organizzazione del refettorio e della cucina, sulla convivialità nel monastero in generale, che si rivelano molto preziosi anche per la comunità familiare. L’incontro si concluderà con una degustazione di birre e altri prodotti monastici. Al mio arrivo nel salone vedo che l’ottimo staff di Gurone in Festa ha già predisposto tutto: sul tavolo ci sono i bicchieri di birra e una gigantesca forma di formaggio grana, le birre trappiste sono al fresco, il video proiettore è pronto per le mie slide con le immagini di monasteri, refettori, cucine e monaci al lavoro nei campi o dediti alla trasformazione dei loro prodotti.

La sala si riempie, quanto pubblico! E’ sempre una gioia poter parlare della cultura dei monasteri e vedere quanto entusiasmo suscita questo tema: come sapete se siete miei lettori in questo blog, ho dedicato tanto spazio al ruolo del monachesimo e al suo contributo alla costruzione della civiltà occidentale (per esempio leggete qui). Dopo una prima parte dedicata ad un inquadramento generale del tema, nella seconda parte del mio intervento mi soffermo sulla cultura gastronomica delle abbazie, sui loro prodotti genuini, di ottima qualità, perché realizzati nel rispetto della natura, della stagionalità e territorialità, valorizzando il lavoro manuale, nel rispetto del creato. Arriviamo quindi alla degustazione: l’assaggio di formaggio Grana Padano è preceduto da una breve storia sulla sua origine monastica.

E poi arrivano le birre trappiste, Chimay e Westmalle, un’occasione per raccontare il ruolo dei monaci nel realizzare birre di alta qualità, anche grazie all’introduzione del luppolo, raccontando che comprando birre trappiste si collabora al sostentamento del monastero e alle sue attività caritative (se volete saperne di più, leggete qui). Si assaggia anche la birra del monastero della Cascinazza, alle porte di Milano, esempio recente di prodotto monastico fatto nel consueto rispetto della tradizione e della qualità. Tanti sorrisi, tanta gioia tra il pubblico, perché contemplare la bellezza e il bene riempie il cuore. Quando c’è la qualità accompagnata alla temperanza il piacere è garantito.
Per chi fosse interessato a replicare questo format presso associazioni, parrocchie ecc. scrivete all’indirizzo mail paneefocolare@gmail.com
