Arte, bellezza e cultura: la Cucina italiana è Patrimonio dell’umanità

Da oggi quando cucinerò le lasagne mi sentirò un po’ come Caravaggio nel suo atelier di pittore. Mettendo in tavola la ribollita potrei definirmi la Raffaello dei fornelli. Mentre lavoro la pasta per fare le tagliatelle potrò dire di provare la stessa sensazione di Michelangelo che scolpiva le sue statue. Va beh, forse sto esagerando … ma da quando il Comitato intergovernativo dell’Unesco ha proclamato la Cucina Italiana Patrimonio dell’umanità possiamo davvero sentirci tutti artisti che elargiscono al mondo bellezza e cultura.

È significativo che questo riconoscimento sia stato attribuito a tutto il sistema culturale unitario, fatto di saperi e tradizioni, ritualità e convivialità tramandate nel tempo. Non, quindi, ad un piatto in particolare, ad un settore, ad una coltivazione caratteristica, ad un territorio specifico. Già avevamo ricevuto il riconoscimento per singole specialità o pratiche gastronomiche, per la dieta mediterranea (insieme ad altri Paesi che si affacciano sul mare), per l’arte dei pizzaioli napoletani, per la cerca e la cavatura del tartufo, per la viticoltura ad alberello di Pantelleria e i paesaggi vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato. L’Unesco ora certifica che la cucina italiana è un modello che va valorizzato e tutelato nel suo insieme per il suo valore sociale, per questo lo si definisce “Patrimonio culturale immateriale dell’umanità”. Immateriale sembrerebbe un po’ assurdo come aggettivo, se applicato al cibo, ma il premio fa riferimento non tanto alle ricette in sé quanto a tutto ciò che gravita attorno ad esse. Come scrive Confcommercio nel suo comunicato stampa, si riconosce valore «al rito collettivo che si tramanda di generazione in generazione dentro le famiglie e diventa economia attraverso una straordinaria rete di agricoltori, casari, vignaiuoli, produttori artigianali e industriali, distributori e ristoratori che hanno costruito sul e intorno al cibo una “storia” economica senza mai dimenticare la dimensione sociale e culturale».

La cucina italiana è il frutto della grande valorizzazione di territori ricchi di una biodiversità unica al mondo. La tavola del Bel Paese non è solo buona ma anche bella grazie alla consolidata tradizione artigianale che realizza una produzione capace di autentiche opere d’arte. Viene inoltre tenuto in grande considerazione sotto il profilo culturale il pasto celebrato in famiglia e tra amici, che è tanto importante per la costruzione della comunità. La tavola diventa così memoria di quello che siamo stati e testimone di quello che siamo, storia della nostra famiglia, dialogo con le persone alle quali teniamo di più, momento di socializzazione e nello stesso tempo garanzia di buona salute e longevità. Altro che fast food e pasti sciatti consumati in solitudine, davanti al pc, accompagnati da bevande insalubri. La nostra cucina non è solo buona e non si esaurisce con una ricetta ben fatta, ma realizza una felice unione tra salute e felicità, attenzione alimentare e gioia della compagnia, senso di responsabilità e convivialità, voglia di cucinare e di apparecchiare una tavola bella e curata. 

Viva la cucina italiana, viva la pasta al pomodoro, la caponata di verdure, i tortellini e la cotoletta, gustati su una bella tavola con la tovaglia ricamata, i piatti di porcellana e bicchieri adatti ad accogliere un vino di qualità. Viva il cibo preparato insieme, servito con l’aiuto di tutti, gustato in allegria, tra un brindisi e l’altro. Questa è la cultura che ci caratterizza, questo è lo stile di vita italiano. Che il mondo ci invidia. E che l’Unesco riconosce come Patrimonio dell’Umanità.

2 risposte

    1. Grazie Vincenzo! E’ un piccolo contributo alla bellezza della tavola, dove si costruiscono relazioni e si vive la carità concreta. Un abbraccio!

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