Nel mese di aprile 2023 è stata inaugurata la nuova mensa della Caritas di Casale Monferrato, un’istituzione pronta a dare aiuto a chi ne ha tanto bisogno. La cronaca della giornata dell’inaugurazione, pubblicata sul giornale diocesano “La Vita Casalese”, racconta quello che i volontari stanno facendo da un punto di vista strettamente materiale ma sottolineando con decisione che quelle tavole sono anche occasione di relazione, di umanità, per donare non solo un pasto caldo ma anche affetto e amore. Ecco le testimonianze di alcuni volontari, che mi hanno profondamente commosso.
«In mensa il pasto inizia così: suona la campana, si fa silenzio. Chi è nuovo si presenta, se qualcuno compie gli anni gli si fa gli auguri, se qualcuno è in ospedale lo si ricorda nella preghiera. Se qualcuno è mancato si scrive il suo nome su un quadro per non dimenticarlo. In questi sette anni di mensa, possiamo dire che la fame di cui soffrono le persone che vengono a mangiare, ma anche tanti volontari, non è tanto fame di pasta, ma di comunità, di appartenenza, di famiglia. […] La campana della mensa suona anche per dire altro: vieni, si può fare qualcosa, non è vero che non cambia nulla, vieni, esci di casa, lasciati commuovere un po’ più a fondo di un commento facebook o di un tweet. Vieni, siediti a fianco di quella persona che arriva a pranzo col suo bagaglio di problemi, resta lì a fianco anche se non puoi risolvergliene neppure uno. Benvenuto, ti aspettavo, come stai. Parole semplici che, dette col sorriso, illuminano la stanza, illuminano il cuore. Gesti piccoli che possono dare sapore a una giornata triste, come sale su una pietanza insipida. La campana suona: esci di casa così come sei: puoi essere luce, puoi essere sale, nella vita di qualcun altro, nella tua parrocchia, nella tua città». (Silvia Meda, vice direttore della Caritas di Casale)
«Curare i particolari è un modo per dire: sono qui per te, provo a volerti bene partendo da gesti semplici – cucinare bene e con amore, tenere pulito e ordinato, mettere un fiore sui tavoli perché sono contenta che ci sei e quindi facciamo un po’ festa. Crediamo proprio che curare la bellezza non sia per ostentare ma per noi. Bellezza fuori per far fiorire la bellezza dentro ognuno di noi. Delle persone che vengono a mangiare, dei volontari che si mettono al servizio, delle parrocchie che passano ad aiutare, dei ragazzi che regalano il loro tempo. Così tutti insieme proviamo a curare e far fiorire la bellezza dentro ognuno di noi». (Sara, volontaria).
Parole che non hanno bisogno di commento. Aggiungo solo una cosa: magari fare i volontari in una mensa per i bisognosi non è la nostra vocazione, ma la nostra tavola può comunque diventare un momento di affetto e vicinanza, in questo mondo così individualista, per tante persone che non hanno il problema di cosa mangiare ma hanno bisogno di un cibo dello spirito, che vivono una solitudine esistenziale e hanno più che mai bisogno del nutrimento dell’amicizia. Accogliamoli con lo stesso spirito di quei volontari: c’è tanto bisogno di bellezza per nutrire l’anima di chi è mendicante d’amore.