Carne sintetica? Il Governo italiano dice no

Evviva, una vittoria per la buona tavola, per gli allevatori e per l’ambiente. Dopo tanto parlare di insetti nei piatti, di etichette che ci raccontano che il vino fa male, ci mancava solo la propaganda a favore della carne sintetica. Per fortuna il Governo italiano il 29 marzo 2023 ha approvato il divieto di produzione e commercializzazione di alimenti e mangimi sintetici. Esulta la Coldiretti: la decisione del Governo «salva 580 miliardi di euro di valore della filiera agroalimentare nazionale» ma prima ancora, vorrei dire, salva il valore della buona tavola, tutela la nostra salute, la natura e una cultura alimentare plurimillenaria.

Dovremmo dire addio alla battuta di fassona, alla pancetta di cinta senese? Ai prodotti Dop e Igp che faticosamente tuteliamo e valorizziamo? A parte la bontà, si parla di alimenti sani e naturali, mentre per quanto riguarda i cibi sintetici non si sa ancora quali potrebbero essere le conseguenze sulla nostra salute: sono iperprocessati, contengono coloranti, aromatizzanti, addensanti, necessari per conferire loro la forma di hamburger o crocchetta, per dare consistenza e sapore di carne.

Come funzioni la produzione di cibi sintetici, non mi è chiaro: non ho le competenze scientifiche per capirlo, mentre quando vedo le mucche che brucano erba sugli alpeggi di montagna tutto mi è molto chiaro. Leggo che si prelevano cellule staminali da un muscolo vivente, per coltivarle in un bioreattore che riproduce le condizioni del corpo animale. Qui, grazie a un mix di nutrienti, le cellule si moltiplicano: da una sola si possono ottenere anche 10 mila chili di carne in poche settimane. Deve essere un business notevole, i sostenitori dicono che si sconfigge la fame nel mondo, si tutela l’ambiente che viene rovinato dagli allevamenti, soprattutto quelli intensivi. Ma davvero questa industria è sostenibile? Sì, perché oggi tutto gira intorno a questo nuovo mantra, quello della sostenibilità, e alcuni studi dimostrano in realtà che per produrre carne coltivata si richiede ben più energia di quella usata per ottenere qualsiasi tipo di carne con un allevamento naturale.

Anche Slow Food in più occasioni ha affermato che la carne sintetica non è la risposta alle crisi attuali. Secondo Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia: «A ben guardare sembra più l’affare del futuro per un bel po’ di gruppi finanziari e multinazionali. Il rischio evidente è che il cibo, diventato una commodity, una merce di scambio sui grandi mercati internazionali come tante altre, diventi oggetto di una deriva tecnologica che lo priva di qualunque significato culturale, del legame con i territori e con le comunità che ci vivono, con i loro saperi e tradizioni».

In pratica: non ci sono certezze sugli effetti che questi alimenti potrebbero avere sull’organismo, probabilmente queste industrie sono altamente inquinanti, si danneggia la nostra fantastica filiera alimentare … allora ha fatto bene il Governo italiano a fermare tutto. Siamo i primi nel mondo a farlo, siamo fieri di essere ancora una volta i numeri 1 a tavola!

Un commento su “Carne sintetica? Il Governo italiano dice no

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