Mangeremo insetti? La posta in gioco è molto alta

Si allunga la lista degli insetti che la Commissione Europea contempla tra i cosiddetti “nuovi cibi” di cui viene autorizzata la produzione e commercializzazione negli Stati dell’Unione. Che ne penso? Che la materia è molto complessa e non credo che si possa emettere un giudizio senza appello solo limitandoci a considerazioni emotive. Ci sono questioni serie sul tappeto: ad esempio non ci sono ancora certezze su possibili reazioni allergiche, sono ignote le possibili conseguenze sulla nostra salute, e basterebbe questo per essere prudenti. Se poi mi dite che l’insetto fa ribrezzo per il suo aspetto, sono d’accordo con voi, ma ricordiamo che i gamberi, i granchi, le aragoste, che sono contemplati da tempo nei nostri menu, non sono proprio graziosi: provate a digitare su un motore di ricerca le parole “crostacei in cucina”, guardate le immagini che appaiono e poi ne riparliamo. C’è chi dice che basta che l’etichetta mi dica chiaramente che quel prodotto contiene insetti e così la libertà di scelta del consumatore è tutelata.

Il vero problema è però un altro: vi sono rilevanti interessi economici che spingono per questa alimentazione alternativa e che potrebbero “guidare” il consumatore condizionandone pesantemente le scelte e quindi limitandone la libertà, ad esempio attraverso l’adozione di politiche di incentivazione capaci di favorire certi alimenti a discapito di quelli che sono espressione della nostra cultura gastronomica.

A questo proposito, vi suggerisco la lettura di questo articolo di Maurizio Milano, economista e analista finanziario, che spiega il rischio economico e culturale che corriamo e che conclude la sua trattazione ricordando lo splendido film “Il pranzo di Babette”: «l’arte culinaria e la cura del bello aiutano a vincere la malinconia e rappresentano un elemento non secondario o rinunciabile di una civiltà».

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Il pranzo di Babette – di Maurizio Milano

La Commissione Europea ha autorizzato la commercializzazione della polvere parzialmente sgrassata ottenuta dall’Acheta domesticus, il comune grillo domestico, da introdurre nelle nostre mense. La rieducazione culturale, nella prospettiva dell’entomofagia, mi ha fatto pensare, per diametrum, alla famosa scena conviviale del capolavoro della filmografia “Il pranzo di Babette”, sceneggiato e diretto da Gabriel Axel nel 1987, tratto dall’omonimo racconto della scrittrice danese, la baronessa Karen Blixen (1885-1962). Continua a leggere

Un commento su “Mangeremo insetti? La posta in gioco è molto alta

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