La bellezza delle nostre case a Natale

Arrivo a casa dei miei nipotini e mi corrono incontro gridando: «Abbiamo fatto l’albero di Natale!». Quanto entusiasmo si legge negli occhi dei bimbi per quella magia, ma non solo per loro gli addobbi natalizi sono un rito importante e significativo. Albero, presepe, festoni, luci, ghirlande, gnomi, angeli, candele … e chi più ne ha più ne metta. Ci sono quelli che già a Ferragosto raccolgono pigne e cortecce nei boschi di alta montagna pensando all’allestimento del paesaggio intorno alla capanna di Gesù Bambino; ai primi di novembre si pensa a come spostare i mobili del salotto per fare spazio all’abete; allo scoccare dell’Avvento, ci si precipita in cantina e si portano gli scatoloni in soggiorno. I milanesi più tradizionalisti aspettano rigorosamente il 7 dicembre, festa di Sant’Ambrogio.

Ogni famiglia ha le sue tradizioni e i suoi oggetti del cuore. Nel nostro presepe ci sono oggetti che ricordano luoghi che abbiamo visitato: la casetta bianca che abbiamo comprato come souvenir dei Sassi di Matera è adattissima per animare la scena, così come i pezzi di marmo di Carrara raccolti tanti anni fa nella storica cava di Fantiscritti. Una riproduzione della Torre di Marciana Marina all’Isola d’Elba fatta con tappi di sughero ha un profondo significato, che affonda le radici nella storia familiare di mio marito.

Improvvisamente diventiamo artisti, il tempo si ferma, gli altri impegni passano in secondo piano, ci mettiamo tanto amore e passione e in poche ora la casa è trasformata in una piccola opera d’arte (o, almeno, così si presenta ai nostri occhi).

Gli oggetti natalizi sono la dimostrazione più lampante della capacità dell’uomo di trasformare in bellezza l’ambiente in cui vive ma c’è un altro aspetto importante: quello stesso ambiente plasma l’uomo, in una reciprocità affascinante. C’è gioia nel fare l’albero di Natale ma sarà quello stesso albero, per tutto il tempo delle feste, a trasmettere a sua volta gioia e pace a chi lo contempla. Girare per le strade sfavillanti della nostra città, ammirare le vetrine illuminate e poi arrivare a casa e trovare la stessa atmosfera di luci e colori mette allegria e dona un senso di speranza.

Quante palline ho rotto quando ero piccina e aiutavo i miei genitori a fare l’albero! Con pazienza ho imparato a maneggiarle con cura e attenzione. I bambini si divertono tanto quando si addobba la casa e quell’impegno creativo, che a tratti è anche faticoso e richiede tempo e precisione, è molto educativo. Si impara a fare arte con le proprie mani, a osservare la armonica disposizione delle palline sull’albero, la simmetrica distribuzione dei festoni e delle luci. Fare il presepe significa ripercorrere la storia dei Vangeli, la suggestione della capanna, lo stupore dei pastori, il canto degli angeli e la magnificenza dei Re Magi. Ci vuole fantasia nel realizzare il paesaggio, nel collocare le case e le caprette, le palme e il pozzo, lo zampognaro e il pescivendolo. Cielo e terra si uniscono, oggetti e personaggi quotidiani vengono collocati in quel contesto allo stesso tempo così umile e solenne, con la stella che sulla capanna ricorda che quel Bimbo non è un bambino qualsiasi.

La TV è spenta, la musica natalizia di sottofondo contribuisce a creare la giusta atmosfera. I giochi elettronici, il pc e lo smartphone per qualche ora sono messi da parte; magari alla fine del lavoro condividiamo con giusto orgoglio sui social network il risultato del nostro impegno. Per i bambini e i ragazzi è un team building molto educativo, bisogna avere spirito di collaborazione, disciplina e ordine, essere umili nell’ascoltare i suggerimenti di chi ha esperienza ormai pluridecennale in fatto di alberi, presepi, luci e festoni, ma i genitori devono anche avere pazienza e incoraggiare la creatività e i suggerimenti dei figli.

Ho un altro ricordo del Natale della mia infanzia: venivano messe sulla credenza in soggiorno delle grandi candele molto scenografiche e solenni che davano un senso di sacralità a tutto l’ambiente. Mi piacevano tanto e anche oggi nella mia casa non mancano mai delle candele a rischiarare le tante ore di buio di questa stagione.

Dedicarsi all’allestimento del Natale nelle nostre case è fonte di allegria e piacere ma è anche un gesto che ha uno straordinario impatto sulle persone che lo vivono e che lo godono. È la dimostrazione che il lavoro manuale fatto con cura e con amore porta al bene e genera speranza, che ogni atto di bellezza quotidiana ci salva. Aveva ragione Dostoevskij, la bellezza salverà il mondo e noi possiamo realizzarla con le nostre mani. La cura dell’ambiente e delle cose anche apparentemente piccole che ci circondano influisce sul pensiero, sul comportamento e sullo stato d’animo.

Il 6 gennaio si riporranno con un poco di nostalgia tutti gli addobbi nello scatolone, ma non dovremo aspettare un anno per fare bellezza nelle nostre case: le luci delle candele continueranno a rischiarare il buio fino alla Candelora; poi dovremo pensare al Carnevale, con la sua sfrenata allegria e i suoi colori, prima del tempo forte della Quaresima, durante la quale la primavera comincerà a fare capolino. Le primule daranno il via alla stagione dei fiori e le uova coloratissime e gli altri simboli della Pasqua daranno nuovi spunti alla nostra creatività. L’estate ci riempirà con i suoi colori e profumi e l’autunno ci offrirà tante idee per decorare la nostra casa, con le foglie di tutte le tinte, le castagne e l’uva matura. E già si avvicinerà un nuovo Natale … Ogni stagione suggerisce occasioni di bellezza, che fanno bene al cuore, elevano lo spirito e danno speranza, ci fanno sentire protetti da una Provvidenza che dona sempre nuovi motivi per guardare al futuro con fiducia.

Ci sono tanti linguaggi della conoscenza ma spesso si coglie di più l’essenza delle cose attraverso un approccio sensibile, con un’esperienza di vita vissuta, con il linguaggio della bellezza e della nostalgia della pace. Siamo circondati da occasioni di bellezza, riempiamone le nostre case e la pace scenderà nei nostri cuori. Non solo a Natale.

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