Ormai è tempo di vacanze e, se dovete ancora decidere dove andare e siete amanti del vino, c’è l’imbarazzo della scelta: le Strade del Vino in Italia sono più di 150 e sono non soltanto una splendida occasione per fare qualche bell’itinerario enogastronomico ma anche una grande opportunità per dare una mano al nostro splendido Paese, da un punto di vista economico e culturale. Già il loro cartello mette di buon umore e con la grafica la fantasia dei creativi va a nozze. C’è il cartello della Strada del Vino della Costa degli Etruschi (ovviamente in Toscana, e dove se no?), con il grappolo d’uva posto all’interno di un’anfora antica. La Strada del Vino e dei Sapori del Trentino è simboleggiata da un bicchiere stilizzato nel quale il vino rosso si trasforma in montagna (o è la montagna che diventa vino rosso?). Il logo dell’itinerario in Franciacorta non potrebbe non riprodurre la F maiuscola turrita, simbolo delle bollicine che hanno reso famoso quel territorio; il cartello della Strada del Vino delle Colline Pisane ritrae la Torre di Pisa in un calice.
Si tratta di percorsi lungo i quali si possono trovare non solo aziende vinicole ma anche ristoranti, trattorie, il tutto all’interno di un territorio che offre vere perle anche da un punto di vista culturale, artistico, religioso e naturale. Tra una degustazione e l’altra si possono visitare città d’arte, castelli, abbazie e cattedrali; si ammirano picchi dolomitici oppure tramonti sul mare; si viaggia tra dolci colline costellate da cipressi e laghi pacifici e rilassanti. Il vino diventa un’attrattiva turistica e una bella occasione per gustarci il territorio italiano, che offre sempre una vacanza davvero completa e piena di suggestioni.
Il binomio cibo/vino favorisce la scoperta della buona cucina italiana: non solo vitigni, Docg e cantine con eleganti barrique, ma anche piacevoli pranzi all’aria aperta nei ristoranti e negli agriturismi collocati lungo quei percorsi. Proprio per questo spesso si chiama “Strada del vino e dei sapori”, perché il territorio offre anche una gastronomia fatta di piatti che esaltano i prodotti locali e valorizzano il vino che accompagna quei piatti. E poi si trovano oleifici, mulini, apicoltori, produttori di marmellate e verdure sott’olio e sott’aceto. L’iniziativa insomma è vincente perché valorizza al massimo la ricchezza di un territorio. E’ bello quando la degustazione viene organizzata in un antico castello, con visita guidata al maniero, come mi è capitato al Castello di Verrazzano nel Chianti; oppure quando i vini sono frutto dell’opera dei monaci, come nella splendida Abbazia di Novacella in Alto Adige. In Valtellina si apprezza la viticoltura eroica, di chi coltiva la vite sui terrazzamenti scoscesi lungo la montagna; è suggestivo assaggiare il Barbaresco guardando la Valle del Tanaro, con sullo sfondo le Alpi innevate. Lungo quegli itinerari scopriamo anche il valore dell’artigianato locale: tessuti per la casa, sculture in legno, porcellane e cristalli, cappelli e ricami. Emergono usi e tradizioni, storie di popoli e particolarità ambientali e geologiche; si apprezza la ricchezza naturale del nostro Paese dove troviamo montagne spettacolari, dolci colline e splendidi paesaggi di mare.
L’importanza del tema è evidenziato anche da una Legge quadro, la n. 268 del luglio 1999, che definisce le Strade del Vino: «percorsi segnalati e pubblicizzati con appositi cartelli, lungo i quali insistono valori naturali, culturali e ambientali, vigneti e cantine di aziende agricole o associate aperte al pubblico». Oggi esistono In Italia 154 Strade del Vino, dal Piemonte alla Sicilia, dal Friuli alla Sardegna: il Censis che le ha mappate ha rivelato che hanno a che fare con circa 1450 comuni, oltre 400 denominazioni di vino e 3300 aziende agricole, con un potenziale di sviluppo economico e organizzativo ancora in crescita.
E a proposito di work in progress: come sapete ho un legame un po’ speciale con il Monferrato e ho quindi accolto con viva soddisfazione la notizia che nasce la Strada del Vino del Gran Monferrato. Sarà lunga 630 chilometri, e diventerà a tutti gli effetti la più lunga della Penisola. Nasce da una bella sinergia (rara nel nostro Paese dove purtroppo a volte prevalgono i campanilismi) tra le tre “capitali” storiche e vinicole del Monferrato, Casale Monferrato, Acqui Terme e Ovada. Non solo vino ma anche natura, arte, gastronomia, cultura e turismo, passando per i borghi e le colline. 109 i Comuni attraversati dalla Strada, 20 le varietà presenti tra vini Docg e Doc, e 4 gli itinerari diversi da percorrere all’interno di quello principale. C’è infatti la Strada del Grignolino, la Strada dei Fiumi del Vino, la Strada degli Aromatici e la Strada del Dolcetto. Un vero e proprio viaggio sensoriale, tra natura, gusto e bellezza. La promozione tramite i portali e i social network sarà importante e vincente anche per invogliare turisti dall’estero: ci saranno ricche informazioni non solo sulle aziende vitivinicole ma anche sulle strutture ricettive e sui ristoranti. Il sindaco di Casale Monferrato Federico Riboldi è in prima linea nella realizzazione di questo progetto, consapevole del grande interesse che il Monferrato suscita anche tra i turisti stranieri, soprattutto dalla Svizzera e dalla Francia.
C’è grande entusiasmo lungo la Strada del Vino del Gran Monferrato: non vedo l’ora di percorrerla tutta!
[…] La bellezza delle Strade del Vino: e ora nasce quella del Gran Monferrato — Pane & Focolare […]
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