Ci sono tanti modi di gustare la carne: c’è chi ama la tartare, il carpaccio, insomma la carne cruda. Se invece parliamo di cottura, la carne si può cucinare alla brace, in padella, al forno, scoprendo sempre nuove tecniche, dallo spiedo dell’uomo delle caverne alle pentole fatte con materiali super tecnologici nella cucina più moderna. Oggi parliamo della grigliata: è arrivata finalmente l’estate, la stagione che amo di più, c’è tanta voglia di stare all’aria aperta e cosa c’è di più bello di un bel pranzo in giardino, cucinando sulla brace?
Non temo accuse di stereotipi di genere: ma vi siete accorti di quanto sia tipicamente maschile il barbecue? Provate a proporlo ad un gruppo di donne: anche se ottime cuoche, e persone di buon appetito, probabilmente storceranno il naso, all’idea di affumicarsi e sporcarsi di fuliggine. Opteranno per un bell’arrosto o degli involtini. Proponetelo ad un gruppo di uomini e vedrete i loro occhi che cominciano a brillare, al pensiero di mettersi in t-shirt e pantaloncini corti davanti alla griglia con un pacco di carbonella, pinze, forchettoni, salsicce e costine di maiale. La cottura sulla brace di legna resta una passione ancestrale del genere maschile.
“Facciamo una grigliata?” è una proposta che scatena subito allegria e immagini di lieta convivialità. Mi piace tantissimo la carne cucinata così e apprezzo molto chi è disposto a cimentarsi nell’impresa. Ai miei occhi, fa una gran fatica e si gode poco l’evento ma evidentemente non riesco ad entrare nella mentalità maschile del vero artefice del barbecue, visto che ad esempio mio marito non perde occasione per fare grigliate e si diverte un mondo a stare davanti al fuoco. Eh sì, è decisamente un fatto ancestrale.
Il rito comincia giorni prima, procurandosi il necessario con attenzione scientifica. Bisogna verificare lo stato del barbecue, delle griglie. Noi in famiglia siamo ancora tradizionali e usiamo legna e carbonella, con qualche pigna per aiutare la combustione e diffondere nell’aria un buon profumo. Poi si fa la spesa dal macellaio di fiducia scegliendo i pezzi migliori. E’ importante fare una buona marinatura, per rendere la carne più morbida e gustosa. Di contorno, mi piace preparare le verdure grigliate; e poi via alla fantasia, con tante salse gustose. Mentre il cuoco è intento a realizzare il suo capolavoro, attorniato da amici che gli danno una mano con i loro consigli (graditi o meno), noi donne pensiamo all’antipasto, servendo bruschette e altri stuzzichini. E da bere? Io preferisco sempre il vino rosso, ma riconosco che anche una buona birra fresca è molto gradevole. Non solo carne: sulla griglia si può mettere anche pesce, formaggio e … via libera alla fantasia.
Quando si fa una grigliata la gioia e la spensieratezza sono assicurate: il fuoco mette allegria perché è simbolo di convivialità, di relazioni forti e solide. Ritornano alla mente immagini antiche, quando intorno al camino c’era tutta la vita familiare e sociale: ci si scaldava, si cucinava, si recitava il rosario, si parlava, si ascoltavano le storie dei nonni, si raccontavano le fiabe ai bambini. C’era il passato, il presente e la speranza del futuro: ancora oggi la legna che arde è simbolo di una comunità che scalda il cuore, di legami che si intrecciano e si consolidano, della capacità di custodire la vita di ognuno.
La grigliata nutre il corpo e scalda il cuore: nessuno accende il barbecue solo per sè stesso, lo fa almeno per la propria famiglia, meglio ancora se ci sono gli amici. Il mio auspicio è che ci siano tanti barbecue accesi, per vincere l’individualismo dilagante, per combattere armati di legna, pinze e forchettoni contro la cultura dei cibi precotti scaldati nel microonde, per vincere la triste solitudine di chi mangia davanti al pc o alla TV. Il barbecue diventa così la nostra icona di amicizia, amore e fratellanza, simbolo di una tavola intorno alla quale ci sono valori importanti e voglia di costruire una comunità forte e relazioni davvero profonde.