La prima colazione! Per me un momento sacro, la carica necessaria per poter cominciare la giornata. Sarà perché ho la pressione bassa, ma per me è inconcepibile non mangiare qualcosa appena sveglia. Ho l’abitudine di apparecchiare la tavola per la prima colazione prima di andare a dormire, così al mattino devo solo accendere il fornello: sono troppo stordita al risveglio e rischierei di fare danno, rompere qualche tazzina o mettere il sale al posto dello zucchero. Mentre preparo la camomilla della buonanotte, sistemo le tazze, le zuccheriere (al plurale, perché io uso lo zucchero bianco, mio marito preferisce quello di canna), i bicchieri per la spremuta, lo spremiagrumi, i biscotti, la marmellata, il pane, le bustine del thè, la teiera, la moka.
Non capisco quelli che amano fare la colazione al bar, in piedi nella confusione del locale: è un momento che per me deve essere tranquillo e rilassato, una specie di coccola da vivere con tutta calma per affrontare poi con più forze fisiche e mentali gli impegni della giornata. Quanto mi piacciono però i buffet della prima colazione negli alberghi! In quel caso mi scateno con le fette di torta, i croissant e lo yogurt con i cereali. Adoro il pane, burro e marmellata, e in hotel trovo il pane fresco e le marmellate artigianali, gustose e profumate.
Non riesco invece a mangiare a colazione i cibi salati: dunque niente uova strapazzate con bacon, formaggio o salumi. Solo una volta ho fatto un’eccezione alla regola: ero in Irlanda e in un bad and breakfast la simpatica padrona di casa ci ha offerto le uova strapazzate con il salmone affumicato. Sarà stato il panorama mozzafiato sull’oceano che ci godevamo dalla grande vetrata della sala da pranzo, con il prato verde che toccava le onde blu, il cielo azzurro e un’aria frizzantina, l’entusiasmo per una splendida vacanza e un’atmosfera davvero unica … in quel caso mi sono lasciata andare e devo dire che quel piatto era davvero squisito!
Come vi dicevo, al mattino sono una specie di zombie che cammina per casa, fino a quando non ho fatto colazione. Nei monasteri e in occasione di ritiri ed esercizi spirituali ci si sveglia all’alba ma la prima colazione è servita solo dopo l’appuntamento in cappella per i lunghi riti delle preghiere mattutine. Per questo in inglese la colazione si chiama breakfast, cioè letteralmente “rompere il digiuno” (ma quanto siamo debitori al monachesimo, anche a tavola!). Quando ho la gioia di vivere queste esperienze, non riesco però a resistere a quel digiuno; allora mi rifornisco di biscotti e merendine, che mangio velocemente nella mia cella, mentre mi vesto. Lo so, non sarà proprio un comportamento da asceta del deserto: ma rischierei di appisolarmi sullo scranno del coro monastico e di non riuscire a concentrarmi nella preghiera e nella meditazione.
Lo dicono tutti i nutrizionisti: la prima colazione è il pasto più importante della giornata, dopo il lungo riposo notturno bisogna assumere le calorie necessarie per la ripresa delle attività quotidiane. Non solo non bisogna saltarla, ma bisognerebbe, secondo gli esperti, assumere al mattino il 25 % del fabbisogno della giornata. Avevano ragione i nostri vecchi quando dicevano: «Una colazione da re, un pranzo da principe, una cena da barbone»! Il problema è che noi facciamo spesso l’incontrario, la cena diventa il pasto più sostanzioso e pesante, e questo non va bene. Purtroppo, con i ritmi della vita moderna, la cena è l’unico momento in cui si riesce a prendere del tempo per goderci la tavola.
Possiamo però cercare delle strategie vincenti per non rinunciare al gusto e nello stesso tempo non appesantirci: se amiamo le torte, invece di mangiare una bella fetta di ciambella dopo cena, quando siamo sdraiati sul divano, mangiamola a colazione, così abbiamo tutta la giornata per smaltire le calorie. Mia nuora Marina, come ormai sapete, è bravissima a cucinare le torte e i biscotti per la prima colazione: nella sua casa c’è sempre sul ripiano della cucina una tortiera coperta da un’elegante campana, che racchiude un dolce che è un piacere già per gli occhi e naturalmente anche per il palato.
Che bello sapere che i miei nipotini crescono mangiando dolci e biscotti fatti in casa, decisamente più sani delle terribili merendine che purtroppo riempiono le case di tante famiglie. Beh, ci vuole talento, direte voi! Ma guardate che cucinare non è difficile, certo ci sono torte molto elaborate ma basta cominciare con le più semplici. E non ditemi che non avete tempo, bastano 15 minuti per mescolare gli ingredienti di una ciambella, metterla in forno e mentre la cucina si riempie di aromi paradisiaci guardare l’episodio della nostra serie TV preferita.
Per passare dalla teoria alla pratica: vi segnalo il blog di Marina Un’altra grande idea (queste ultime due foto sono tratte proprio dal suo blog), e in particolare la ricetta di questi biscotti con farina di mais e gocce di cioccolato. Buona colazione a tutti!