Ormai lo sanno tutti che Santa Marta è la patrona del mio blog. A chi altri potevo affidare questo mio piccolo lavoro? Lei che è passata alla storia per essere quella che quando invita qualcuno a cena prepara trenta portate di antipasti, corre e sbuffa tra cucina e sala da pranzo, si agita e si preoccupa perché l’arrosto è troppo cotto e la maionese impazzisce. Quella che impazzisce in realtà è proprio lei e Gesù glielo ricorda: “Marta, sono venuto qui per conversare con voi di cose importanti, Maria mi sta tenendo compagnia e tu che fai? Giri come una trottola e ti arrabbi se gli altri non ti aiutano”.
Confessiamolo, noi donne di casa siamo un po’ tutte così, vogliamo la perfezione quando invitiamo qualcuno a casa nostra e magari non pensiamo che lui vorrebbe solo compagnia, una piacevole conversazione, condividere gioie e dolori della vita. Per carità, non passiamo da un estremo all’altro, quell’ospite probabilmente rimarrebbe deluso se mettessimo in tavola carne in scatola accompagnata da due crakers, ma ci vuole il giusto equilibrio. Marta a poco a poco l’ha capito, infatti dopo la resurrezione del fratello Lazzaro troviamo ancora la medesima compagnia nella casa di Betania con Marta che serve a tavola, ma stavolta senza brontolare: anzi, io già me la vedo, felice e commossa, dopo tanto dolore, fiera di cucinare per il Salvatore. Non dimentichiamo che Marta, proprio nell’episodio della morte di Lazzaro, va incontro al Signore con coraggio, sgridandolo con un pizzico di sfacciataggine (chissà come mai me la sento così vicina …) ma anche con una fede incrollabile: “Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, egli te la concederà! […] Io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo.” Vedete che dedicarsi alla cucina non è incompatibile con la crescita spirituale? Anzi!
Pregando Santa Marta di avere la sua fede, una cosa ho imparato nel frattempo, anche dalla sua esperienza. Quando invito amici a cena, non mi piace stare in cucina a faticare mentre loro si divertono in sala da pranzo: non voglio perdermi le loro chiacchiere, le battute del simpaticone della compagnia, le ultime novità dell’amica che sta facendo cose belle e importanti, le profonde considerazioni dell’amico che ha sempre parole sagge. Allora cerco sempre di cucinare pietanze che si possono preparare in anticipo e che al momento si devono solo tirare fuori dal frigorifero o scaldare in forno: così mi diverto anch’io! Ricordiamoci che la tavola è un mezzo, non un fine: un luogo di amicizia, fraternità e amore. Non deve diventare fonte di stress, risentimento e frustrazione. Marta l’ha capito, sulle sue orme dedichiamoci alla tavola con gioia e desiderio di condivisione non solo di cibi squisiti (che aiutano, sia ben chiaro) ma soprattutto di affetti e piacevole conversazione.
Nella foto: “Gesù Cristo in casa di Marta”, opera di Giorgio Vasari, realizzata per il refettorio del monastero olivetano di San Michele in Bosco. Il quadro è ora conservato nella Pinacoteca di Bologna.
Proprio ieri, giorno della festa di Santa Marta ho completato il capitolo dedicato a Marta (Maria e Lazzaro) del libro che sto scrivendo: Le Donne del Silenzio. Un saggio storico, esegetico sulla donna nella Sacra Scrittura, esaminando anche il testo greco. Impegnativo? Sì parecchio, per fortuna ho un editore molto preparato che segue il lavoro passo a passo. Quando sarà completato se le interesserà, le farò sapere e naturalmente le manderò una copia. Con dedica, certamente. Un cordiale saluto Ettore De Katt
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Complimenti! Mi tenga aggiornata sulla Sua opera. Un cordiale saluto
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