Nonostante la clausura forzata, non rinunciamo a fare un po’ di festa. Siamo all’inizio della Settimana Santa, la più importante dell’anno liturgico, e non dobbiamo dimenticarci di celebrare questo tempo forte come si deve. La famiglia è stata definita “chiesa domestica”, quindi con un po’ di buona volontà cerchiamo di realizzare anche in casa un’atmosfera che ci aiuti a vivere bene queste giornate. Ci aspetta una settimana rigorosa, Venerdì Santo sarà di astinenza e digiuno, ma la Domenica delle Palme è giorno di festa. Decidiamo di apparecchiare in sala, con una bella tovaglia e con i calici di cristallo, così è proprio domenica, altrimenti il rischio è quello di vivere questi giorni come se fossero tutti uguali.
Andrea sceglie un sottofondo musicale: un bellissimo CD dei Clannad, uno dei nostri gruppi di musica irlandese preferiti. Anche la musica contribuisce a creare un’atmosfera di pace. Ho cucinato la polenta con lo spezzatino, piatto rustico ma sempre appetitoso. Lo abbiamo annaffiato con un Nebbiolo della Cantina Parroco, azienda che si chiama così perché è stata fondata da don Giuseppe Cogno, parroco di Neive, località delle Langhe molto nota per i suoi vini. Mi vengono in mente le parole di Gigi Marsico, un cantore delle Langhe: “Capita che sugli altari di Langa la mano che solleva il calice nell’offertorio, e traccia nell’aria il segno della Croce, sia la stessa che nella vigna instrada il nuovo germoglio e rimbocca la botte in cantina”. Come non pensare al Ruchè, anche quello è chiamato “il vino del parroco” (ve ne ho già parlato, leggete qui). Don Giuseppe Cogno è stato anche Direttore dell’Istituto professionale di Arte Bianca di Neive, del quale è stato un appassionato animatore. Pane e vino: che binomio squisito e sacro!
La bottiglia ci è stata regalata da nostro cognato Franco a Natale, attendeva in cantina l’occasione per essere stappata. Quel Nebbiolo ha portato un po’ di gioia e consolazione, in queste giornate così impegnative. Non poteva mancare un dolce: torta di mele con uvetta, pinoli e cannella. E’ una ricetta che ho imparato da mia nonna. Se in questo tempo di pandemia la parola d’ordine è #iorestoacasa, questo non vuol dire rinunciare a coccolarci un po’.