Il Museo del vino di Bolgheri e i Supertuscans: un’esperienza tutta da vivere

Richiamo irresistibile: Museo del vino, Bolgheri, la patria dei mitici Supertuscans. Potevo non approfittare di una vacanza in Toscana per fare un salto da quelle parti? I vini toscani che si fregiano di questo appellativo nascono da esperimenti che snobbano le regole dettate dalle Doc e dalle Docg: stanchi del solito Chianti, alcuni viticoltori della zona di Bolgheri, in provincia di Livorno, accettano di declassarsi a IGT (Indicazione Geografica Tipica), coltivano uve di merlot, cabernet sauvignon, cabernet franc, syrah e creano un blend. Il risultato? Vini che diventano leggenda. Stiamo parlando del Sassicaia e dei suoi fratelli.

Bolgheri è famosa per la poesia di Giosuè Carducci “Davanti a san Guido”: «I cipressi che a Bolgheri alti e schietti / van da san Guido in duplice filar / Quasi in corsa giganti giovinetti / mi balzarono incontro e mi guardâr.». Il poeta ottocentesco ricorda con nostalgia la fanciullezza a casa della nonna Lucia (eh, le nonne!). Già allora il viale di cinque chilometri che dalla cappella di San Guido porta al borgo medioevale era costeggiato dall’impressionante fila di cipressi.Dio conservi quegli alberi (e la mano sapiente dell’uomo li tuteli) perché guidare lungo quella strada è davvero uno spettacolo unico. Bolgheri è un paese delizioso, col suo castello, i vicoli antichi, le piazzette circondate da palazzi armoniosi; è noto per i ricordi del Carducci e di sua nonna, ma oggi è frequentato da turisti di tutto il mondo soprattutto per la fama dei Supertuscans. Infatti è un trionfo di enoteche, ristoranti e degustazioni.

Come nasce il Sassicaia? Il Marchese Mario Incisa della Rocchetta ama i vini di Bordeaux e intuisce che quell’anfiteatro naturale di Castagneto Carducci ha caratteristiche geologiche e climatiche, orientamento collinare e influsso del mare che ricordano molto quella zona vitivinicola della Francia. Quel singolare terroir lo induce quindi a tentare l’esperimento: piantare alcuni vitigni alloctoni e farne un blend. I contadini lo guardano perplessi, come si fa a piantare vigne in quella terra arida e ciottolosa? I fatti hanno dato ragione al Marchese.

Altri produttori nel frattempo si danno da fare, sempre nella zona di Bolgheri. Uno di loro, Gaddo Della Gherardesca, si fa anche promotore della realizzazione di un Museo del Vino, all’interno del quale un percorso di storia, cultura, tradizioni e bellezza approda infine proprio all’esperienza dei Supertuscans. Il Museo è situato nel Casone Ugolino, a Castagneto Carducci: il nome evoca l’illustre antenato, protagonista di un drammatico canto dell’Inferno dantesco. Chi si dimentica quel: «Poscia più che ‘l dolor potè ‘l digiuno». Oggi non c’è più né dolore né digiuno, anzi, c’è un’antica fattoria ristrutturata con cura, dove si trovano alcuni eleganti appartamenti, un ristorante, una pizzeria, un’osteria, alcune sale per congressi ed eventi. E, appunto, il Musem”- Museo Sensoriale e Multimediale del vino di Bolgheri e della Costa Toscana.

Le sale sono dominate dall’opera scenografica “Il mercato del vino” che Dante Ferretti, famoso scenografo di Hollywood (tra i molti premi che ha ricevuto ci sono anche tre Oscar), aveva realizzato per il Decumano di EXPO Milano 2015: un grande carro con una cascata di grappoli d’uva, bottiglie, fiaschi e botti.

Il percorso storico comincia con quattro allestimenti: la sala etrusca, romana, medioevale e ottocentesca, con tavole apparecchiate, oggetti d’epoca, ricostruzioni di ambienti che ci portano indietro nel tempo con un impatto non solo didattico ma anche sensoriale ed emozionale. Attraverso alcuni video del prof. Attilio Scienza, docente universitario e ottimo divulgatore, scopriamo le tradizioni vinicole e gastronomiche delle varie epoche, i metodi di coltivazione, il commercio e la cultura del vino attraverso i secoli. Gli Etruschi sono stati i primi produttori di vino, in Italia; se per uno sviluppo scientifico vero e proprio dobbiamo arrivare all’età moderna, già nel Medioevo, quando la diffusione del vino è favorita dal Cristianesimo, nascono le prime guide enologiche, una prima carta dei Cru e sulle anfore si indica il luogo di produzione del vino. La Toscana è protagonista anche in questo campo: grazie alle sue grandi famiglie nobili, molto attaccate alla loro terra, la produzione vitivinicola conosce uno sviluppo che l’ha resa famosa in tutto il mondo. (Ne ho già parlato nel mio blog: se volete potete andare a rileggere quanto vi ho raccontato su Antinori, Banfi, Badia Coltibuono, Fattoria dei Barbi, ecc.).

La visita del Museo prosegue lungo un percorso dove, grazie ad alcuni ologrammi, possiamo ascoltare la storia delle aziende vinicole di Bolgheri direttamente dai loro protagonisti. La sala delle degustazioni conclude il percorso: niente ologrammi e realtà virtuale, stavolta, ma la possibilità di degustare davvero il prezioso nettare!

E’ una piacevole conclusione dell’itinerario: la sala è ampia, con una grande libreria costellata di bottiglie e pubblicazioni sul vino. Seduti su comodi divani, sorseggiamo un Supertuscan, pensando che il vino ha una storia che non finisce mai, sempre aperta e nuove sperimentazioni e nuove emozioni.

 

Usciti dal Museo, prendiamo l’auto e ci avviamo lungo il viale di cipressi: Bolgheri ci aspetta. Ormai è l’ora del tramonto e dopo un breve giro nei vicoli medioevali ci sediamo all’Enoteca Tognoni. Il locale trabocca di avventori di ogni nazionalità e, tra un piatto di crostini e salumi toscani e uno di tagliatelle al cinghiale, tutti sono estasiati dalla tipica ospitalità toscana. I vini si possono anche degustare al calice e ne approfittiamo. Per completezza della cronaca: il marito non ha resistito al richiamo del Sassicaia 2016.

Annata degna di lode il 2016, pare; qualcuno sostiene sia addirittura migliore rispetto al già eccezionale 2015. Non sono in grado di dare un giudizio tecnico sulla struttura, sulla componente aromatica e sull’eleganza e finezza dei tannini. Ma vi posso garantire che abbiamo bevuto ottimi vini.

In conclusione: se volete divertirvi, immergervi nella cultura del vino, godere dell’atmosfera di un borgo medioevale, gustare cucina toscana e i suoi eccellenti vini, in un ambiente simpatico e coinvolgente, Bolgheri è il posto giusto.

 

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