Casa Santa Marta: la tavola del Papa e la sua idea di convivialità

Oggi è Santa Marta, protettrice di casalinghe, albergatori e cuochi: simbolo di ospitalità e operosità, non poteva che essere lei la protettrice del mio blog. Come sapete, Papa Francesco ha scelto di vivere a Casa Santa Marta, anziché nello storico appartamento papale nel Palazzo Apostolico. L’edificio venne inaugurato da san Giovanni Paolo II il 31 maggio 1996, per dare un alloggio ai cardinali durante i Conclavi e quando non c’è il Conclave (cioè praticamente sempre) accogliere altri religiosi e ospiti. Il giorno dell’inaugurazione il grande Papa santo ricordò che era stato scelto quel nome «per indicare nella evangelica casa di Betania – dove vivevano Lazzaro e le sorelle, e dove Gesù con i discepoli si rifugiava spesso durante il soggiorno a Gerusalemme – un esempio di ospitalità a cui la Casa da lui eretta doveva ispirarsi. La fede e l’affetto di Maria, la generosità di Lazzaro, lo spirito di servizio di Marta costituiscono nel loro insieme un modello di dedizione verso gli ospiti veramente suggestivo».

Pensato quindi per dare ospitalità a chi per diversi motivi deve alloggiare in Vaticano, la Casa Santa Marta è ora famosa per la scelta di Papa Francesco di alloggiarvi stabilmente. Una decisione che ha destato meraviglia, ma dettata dal suo naturale carattere espansivo e desideroso di vivere in una comunità. Per lo stesso motivo, Francesco non mangia mai da solo nel proprio appartamento ma nella sala da pranzo comune, come tutti gli altri ospiti. Una persona che ha alloggiato a Casa Santa Marta mi ha raccontato del suo stupore quando, al momento della prima colazione, ha trovato il Papa seduto ad un tavolo, nella massima semplicità informale!

Nel refettorio il Papa non ha un suo posto fisso, perché dipende dal numero e dall’importanza dei commensali che condividono con lui il pasto. Se non ci sono ospiti particolari, condivide la tavola con il suo segretario, ma spesso pranza con cardinali e responsabili di dicasteri. La tavola è più formale quando ospita dei capi di Stato, come ad esempio la presidente dell’Argentina Cristina Fernández Kirchner.

Il ristorante della Casa Santa Marta prevede sempre un buffet di antipasti e di dolci, mentre le altre portate vengono servite direttamente al tavolo. Già immagino con quanta cordialità il Papa accoglierà i suoi ospiti e come approfitterà del clima conviviale per conversare amabilmente e mettere a suo agio l’ospite. Si sa, a tavola è più facile entrare in sintonia e considerando le parole che il Pontefice ha detto e scritto sull’importanza della tavola (leggi qui) non metto in dubbio che sia il primo a metterle in pratica. Sappiamo che “Il pranzo di Babette” è il suo film preferito, di cui enfatizza il grande messaggio anche nell’Amoris Laetitia, il documento sull’amore in famiglia: «Va ricordata la felice scena del film Il pranzo di Babette, dove la generosa cuoca riceve un abbraccio riconoscente e un elogio: «Come delizierai gli angeli!». È dolce e consolante la gioia che deriva dal procurare diletto agli altri, di vederli godere. Tale gioia, effetto dell’amore fraterno, non è quella della vanità di chi guarda sé stesso, ma quella di chi ama e si compiace del bene dell’amato, che si riversa nell’altro e diventa fecondo in lui.” (a questo link potete leggere il mio post dedicato al film, dove trovate anche il commento del Papa). D’altronde, è Papa Francesco che ha detto: «Il cristianesimo ha a che fare con la convivialità».

Santa Marta, proteggi il mio blog e versa su tutti noi un generoso spirito di ospitalità!

Un commento su “Casa Santa Marta: la tavola del Papa e la sua idea di convivialità

  1. Celia ha detto:

    Bellissimo.
    E molto interessante.

    "Mi piace"

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