Una pranzo alla Fattoria dei Barbi, ovvero: il dramma della vespa nel Brunello

Le mie vacanze in Val d’Orcia (già ve ne ho parlato, cliccate qui) hanno avuto due momenti molto significativi nelle visite a dei luoghi simbolo di quel territorio: la Fattoria dei Barbi e il Castello Banfi. Cominciamo dalla prima.

Dopo avere visitato la splendida abbazia di Sant’Antimo, in pochi minuti raggiungiamo il borgo che racchiude la cantina, l’enoteca per gli acquisti e le degustazioni, il Museo e la Taverna. Scopriamo la storia avventurosa della famiglia Colombini, antichissima dinastia senese di cui le cronache parlano già dal 1100: il capostipite, Tignoso, aveva consolidato il patrimonio di famiglia grazie al commercio della lana. I suoi discendenti si sono poi dedicati all’impresa bancaria; avevano vari castelli, tra i quali quello di Poggio alle Mura a Montalcino. Vantano in famiglia anche un beato, Giovanni Colombini, fondatore dell’ordine religioso dei Gesuati. Tra alterne vicende, rovesci di fortuna e momenti di gloria, i Colombini mantengono il loro legame con Montalcino, fino a quando nell’Ottocento Pio Colombini decide di produrre il Brunello.Da allora la famiglia si dedica alla viticultura e alla vinificazione con grande passione e arguto spirito imprenditoriale: sono stati i primi a vendere per corrispondenza il loro vino e ad esportare il Brunello in tutti i più importanti mercati del mondo. Sono stati pionieri anche del turismo enogastronomico: i visitatori della Fattoria dei Barbi, che si fermavano per assaggiare il Brunello e acquistare le preziose bottiglie, spesso chiedevano di poter accompagnare le degustazioni con assaggi di salumi e formaggi, e magari con qualche arrosto tipico della zona o un piatto di pici fatti a mano.

L’ospitalità si consolida ed ecco la Taverna dei Barbi: ci si può sedere nella bella stagione nei tavoli all’aperto oppure  nella grande sala davanti al camino e si possono assaggiare i piatti della tradizione toscana.

Noi abbiamo optato per un tavolo all’aperto. Cosa abbiamo mangiato? Pappardelle fatte in casa al ragù di lepre e brasato al Brunello dei Barbi; il tutto accompagnato naturalmente da un buon bicchiere di Brunello. Pranzo molto apprezzato.

Ma improvvisamente abbiamo sfiorato il dramma: mentre mi accingevo ad assaporare quel nettare mi sono accorta, con orrore, che una vespa aveva pensato bene di assaggiare anche lei il vino, e galleggiava ubriaca nel mio calice! Ho chiamato il simpatico cameriere, che prontamente mi ha sostituito il bicchiere, e da quel momento ho fatto molta attenzione a non permettere ad altri non graditi ospiti di avvicinarsi al  mio Brunello.

Sazi e soddisfatti, abbiamo fatto un tour all’enoteca e al museo del Brunello, dove si ammira una storia fatta di tenacia, lavoro, fatica ma anche gioia di vivere e cultura. La cantina dei Barbi vanta 300 botti in legno e migliaia di bottiglie di Brunello in affinamento; la collezione di bottiglie va dal 1870 ai giorni nostri.

Se volete farci un giro: Taverna dei Barbi – Località Pordernovi, 170 | Strada Consorziale dei Barbi – Montalcino (SI)

Prossima tappa … Castello Banfi!

3 commenti su “Una pranzo alla Fattoria dei Barbi, ovvero: il dramma della vespa nel Brunello

  1. […] se volete potete andare a rileggere quanto vi ho raccontato su Antinori, Banfi, Badia Coltibuono, Fattoria dei Barbi, […]

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  2. Duccio ha detto:

    Sono Duccio lo chef della Taverna . Ringrazio per le belle parole del nostro ospite e sottolineo che la nostra cucina e semplice e sempre freschissima. Spero di avervi ancora miei graditi ospiti. Duccio Lorenzini

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    • Admin ha detto:

      Buonasera! E’ un piacere ed un onore sapere che ha navigato sul mio blog! Ho uno splendido ricordo di quel pranzo, ottima cucina, atmosfera molto suggestiva, e naturalmente i vostri vini sono squisiti! Una giornata davvero paradisiaca. Un cordiale saluto

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