Il primo pranzo del mio Natale

L’anno scorso avevo scritto che il mio Natale era doppio, nel senso che avevo partecipato a due tavole natalizie. Quest’anno è addirittura triplo, merito di una famiglia che, ringraziando Dio, cresce e quindi si moltiplicano le occasioni per stare insieme.

Il primo pranzo è stato con la famiglia di mio marito: l’apparecchiatura è stata realizzata proprio da lui, mentre io ai fornelli preparavo trofie con pesto di pistacchi e asparagi, verdure grigliate e un clafoutis di zucchine.Voi direte: un clafoutis salato? Ebbene si: è una variante molto sfiziosa del famoso dolce francese, che in genere si prepara con le ciliegie. In questa ricetta l’impasto tradizionale del clafoutis, realizzato sbattendo uova, latte e farina, viene arricchito con la verdura. Si cuoce in forno, è pratico e veloce e di sicuro effetto.

La chicca sulla tavola era però il Parmigiano Reggiano stagionato oltre 55 mesi! Molto difficile da trovare in commercio, perché solo alcune forme di formaggio sono adatte a questa lunga stagionatura. E’ come una perla rara, e abbiamo degustato con emozione questo prodotto fantastico, con la mente che correva monaci cistercensi. Vi ricordate la storia, vero? Se non ve la ricordate, ve la riassumo brevemente: i monaci bonificarono le paludi della pianura padana, che divenne grazie al loro lavoro un luogo ideale per l’agricoltura e per l’allevamento, in particolare dei bovini. Il risultato fu superiore alle aspettative e in breve tempo la produzione di latte divenne maggiore rispetto al fabbisogno degli abitanti. Perciò si rese necessario trovare il modo di conservare il latte: per non sprecare nulla, i monaci si impegnarono nella ricerca di una soluzione e scoprirono che con il latte potevano produrre un formaggio a pasta dura adatto ad una lunga conservazione e che anzi stagionando diventava ancora più buono. Ancora una volta, siamo debitori verso i monaci di un’eccellenza gastronomica.

Le pietanze erano accompagnate da una gustosa focaccia alla pancetta, secondo la ricetta di Nonna Pina.

Come dessert, Marina ha preparato due dolci molto gourmet: un cheese cake al tè matcha, il tè verde giapponese, che dava una originale colorazione verde alla crema di mascarpone; e sempre per restare sul tono del verde, colore della speranza e dell’abete di Natale, ecco la crema al pistacchio per accompagnare il panettone.

E i miei affezionati lettori ora si chiederanno: e i vini? Abbiamo cominciato con un ottimo prosecco millesimato, per il brindisi benaugurale, e abbiamo proseguito con un pregiato Brunello di Montalcino, acquistato quest’estate in occasione di un bel soggiorno in Val d’Orcia (sì, avete ragione, devo ancora pubblicare il resoconto delle mie vacanze: a breve potrete leggere il mio diario eno-gastronomico di viaggio).

Caffè e limoncello fatto in casa hanno concluso questo bel pranzo in allegria. Il mio nipotino Leonardo ha pasteggiato con il buon latte della sua mamma, che sicuramente avrà avuto un sapore squisito!

Arrivederci al resoconto delle altre due tavole del mio dolcissimo Natale in famiglia.

4 commenti su “Il primo pranzo del mio Natale

  1. […] in anticipo perché avrebbero trascorso le feste in Irlanda, con la figlia che ora vive lì. (leggete qui). La cena della Vigilia siamo andati a casa di nostro figlio Francesco, che vive in Piemonte con […]

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  2. marierose ha detto:

    Il mio pranzo di Natale sarà semplici, il mio desiderio è di viverlo con tutto il mio cuore, il Natale di Gesù.
    Buon Natale a tutti voi e buon inizio anno 2018…..Grazie

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  3. […] via Il primo pranzo del mio Natale — Pane & Focolare […]

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