Il mio pranzo di Pasqua

Il detto popolare dice: “Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi”. Ma nel mio caso, ho trascorso anche la giornata di Pasqua con i miei familiari. E’ cambiata però la location, non ero a Milano ma nella casa di famiglia sul Lago Maggiore. Il tempo era davvero stupendo, splendeva il sole e la temperatura era più che primaverile.

Se il pranzo di Natale è stato organizzato in modo molto elegante, con una apparecchiatura “placé”, con tanto di segnaposto, quello di Pasqua è stato invece dominato dalla voglia di stare all’aperto. Con questo panorama (proprio quello che vedete in questa foto), il sole, il caldo, un giardino con una splendida fioritura di azalee, chi ha voglia di chiudersi in casa? E’ finito l’inverno, c’è voglia di luce, la natura si risveglia e anche noi abbiamo bisogno di scaldarci al sole.

Quando è stata lanciata la domanda: che si fa per il pranzo di Pasqua? è salito un grido unanime: grigliata!

Quindi è partita l’organizzazione, spigliata, informale, coloratissima e piena di allegria.

L’attenzione ai dettagli non è mancata: il vino era di quelli importanti (abbiamo scelto un Blauburgunder dell’Alto Adige) e per essere apprezzato richiedeva i calici. C’era però un problema molto pratico: in un pranzo non placé il bicchiere viene appoggiato ora qua ora là, l’antipasto si gusta sul tavolo all’aperto, chi sta alla griglia va avanti e indietro, poi ci si sposta a tavola … e si perde di vista il proprio bicchiere. Ecco allora la mia soluzione: segnaposto per calici. Li vedete nella foto: sabato sera mia sorella Silvia ed io ci siamo dedicati alla realizzazione, con un cartoncino colorato, forbici e pennarello.

Per antipasto abbiamo gustato una specialità umbra del periodo pasquale, la torta al formaggio, da servire con i salumi: lardo, coppa piacentina, mortadella e prosciutto cotto. Morbida, gustosissima e sfiziosa, perfetta per questa occasione.

Poi ravioli di magro, mentre i nostri cuochi facevano arrivare sulla tavola, dalla griglia, bistecche di maiale, salsicce, puntine, pollo e verdure grigliate.

Sembrava che stessero cucinando per un esercito, e già meditavo di realizzare, il giorno seguente, delle belle polpette con gli avanzi. Ma non avevo fatto i conti con l’appetito di 15 commensali: vi assicuro che a poco a poco i vassoi di portata si sono svuotati e … non è avanzato nulla!

Poi abbiamo sparecchiato e siamo passati ai dolci: come da tradizione, colomba, pastiera e uova di cioccolato. Ho fatto io la pastiera, e devo dire (perdonate la scarsa modestia) che è stata molto apprezzata. I dolci sono stati accompagnati da un ottimo Moscato del Piemonte e da una bottiglia di bollicine della Franciacorta.

Insomma: una Pasqua in bella compagnia, ottimo pranzo, sole, caldo, ghiottonerie della tradizione di tante regioni d’Italia.

 

 

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