Il mio Natale è doppio: cena della vigilia con la famiglia di mio marito e pranzo del 25 dicembre con la mia famiglia. Un tour de force? Una specie di maratona gastronomica? No, la definirei piuttosto l’occasione di festeggiare due volte Colui che è venuto nel mondo per noi, per la nostra salvezza.
Per chi come me ama la tavola, bella e buona, è anche doppia occasione per divertirsi un po’ ai fornelli. La cena del 24 dicembre eravamo tutti a casa nostra: la tavola è stata apparecchiata da mio marito Andrea, con l’aiuto attento e meticoloso di mio figlio Francesco e sua moglie Marina. Tovaglia bianca, sulla quale risaltavano i sottopiatti rossi. Un nastro rosso legava i tovaglioli bianchi. Una bella candela al centro della tavola, sottobicchieri argentati e un grazioso sottobottiglia al quale sono molto legata perché è un bel ricordo di un viaggio a Berlino. Ogni oggetto della tavola ha la sua storia, ci ricorda chi ce lo ha regalato o in quale occasione lo abbiamo acquistato, pensando alla bella mostra di sé che avrebbe fatto in occasione di una cena in compagnia.
Io intanto cucinavo un po’ di leccornie, in parte rispettando la tradizione e in parte lasciandomi andare a qualche sperimentazione. La cena della vigilia è di magro, come vuole la tradizione: non è più precetto della Chiesa, ma noi siamo ancora molto legati a questa bella usanza, che vede l’attesa della festa come giorno da vivere con astinenza dalle carni. Bisognerebbe cucinare il capitone, quel grosso pesce, simbolo di fratellanza e amicizia, ma io ho preferito cucinare le “caramelle” piacentine al burro e salvia (sono tipici tortelli con ripieno di ricotta e spinaci, a forma appunto di caramelle), le uova mimosa e i muffin alle zucchine, accompagnati da verdure grigliate e formaggi di ottima qualità.
I miei cognati hanno pensato all’antipasto, e abbiamo concluso con panettone e pandoro. E i vini? Per l’antipasto mio cognato ha scelto le bollicine di Franciacorta, mentre a tavola abbiamo bevuto Dolcetto del Piemonte e Chianti. Per finire, un bicchierino di limoncello, fatto in casa da Andrea, che in quella produzione non ha rivali.
Il pranzo del 25 dicembre siamo invece andati a casa dei miei genitori: mia mamma aveva apparecchiato la tavola con tanta cura e bellezza in tutti i dettagli. Noi sorelle abbiamo contribuito nella preparazione del pranzo: Serena ha preparato gli antipasti, io le lasagne, Silvia due arrosti. Oltre agli immancabili panettone e pandoro, con crema al mascarpone, abbiamo anche gustato i miei biscottini di Natale e dei dolci tradizionali pugliesi, portati dal marito di mia nipote Margherita, che ha anche pensato ai vini.
Ecco il selfie del pranzo del 25 dicembre: è stato un Natale bellissimo, anche perché la famiglia è cresciuta, grazie ai matrimoni di questo 2016.
Il Natale è davvero la festa della famiglia e se la tavola ha sempre un aspetto culturale e simbolico, questo si vede ancora di più in occasione delle feste. A Natale è ancora forte la voglia di bellezza, il desiderio di celebrare un rito, di dimostrare all’altro la gioia di stare bene insieme. E’ stato bello vedere la collaborazione di tutti: nella preparazione della tavola, in quella dei cibi, nello stappare i vini, nel servire a tavola e nello sparecchiare. La tavola diventa occasione di amore e gioia.
Abbiamo ricevuto dei bei regali, anche dei vini importanti, anzi sontuosi. Ve li racconterò a poco a poco. Ma una bottiglia, apprezzata per l’alta qualità, ha anche scatenato le risate di tutti per la splendida frase dell’etichetta: «Costruitevi una cantina ampia, spaziosa, ben aerata e rallegratela di tante bottiglie, queste ritte, quelle coricate, da considerare con occhio amico nelle sere di Primavera, Estate, Autunno, Inverno, sogghignando al pensiero di quell’uomo senza canti e senza suoni, senza donne e senza vino, che dovrebbe vivere una decina d’anni più di voi.»
Complimento !!!!!…..come è vero che Natale è la festa della famiglia, e quando manca una persona cara, viene anche la nostalgia …è normale….per noi mio marito ed io , e con una persona che era sola, abbiamo fatto cena pesce, visto che ci troviamo in queste feste a Tenerife, dove il pesce del mare atlantico è buono….tutto con grande semplicità, pensando a Gesù che non aveva nullo, solo una stalla…..ma ci Ha Dato tutto……il Suo Amore e perdono…..ciao e buona giornata a voi tutti.
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