Ode al centrotavola

Tra tutti gli oggetti che vengono posti su una tavola apparecchiata, il centrotavola è sicuramente quello con minore utilità pratica, anzi oserei dire che, da un punto di vista del suo utilizzo concreto, non serve proprio a nulla. Tutto ha una sua utilità: il piatto, il coltello, il bicchiere, la brocca dell’acqua. Non tutto è assolutamente indispensabile: ad esempio, un sottobicchiere o un sottopiatto possono anche non esserci, ma se ci sono non è solo per motivi estetici ma anche per proteggere la tovaglia dalle macchie.

Per quanto riguarda invece il centrotavola, non possiamo trovare uno scopo che non sia quello estetico: chi lo prepara lo fa solo per rendere la tavola più bella.  

Questo ci porta a fare delle riflessioni sul senso della bellezza della tavola.

L’uomo si nutre per vivere, ma il momento del pasto diventa per lui anche un momento di relazione sociale, di espressione di una visione culturale della vita. La tavola ha un forte valore simbolico, espressione di come siamo, di come viviamo, di come ci vogliamo relazionare con il nostro prossimo, con i parenti, gli amici, i conoscenti che invitiamo alla nostra mensa.

Se siamo stati invitati a cena a casa di qualcuno, viviamo l’evento come qualcosa di importante, con soddisfazione e magari con emozione, perché significa che quella persona ci tiene alla nostra amicizia, alla nostra presenza nella sua vita.

Immaginiamo per un attimo cosa accadrebbe se, arrivati in quella casa, nessuno ci accogliesse adeguatamente, i padroni di casa ci trascurassero, ci facessero trovare dei cibi ancora collocati nei contenitori di plastica del supermercato, ci indicassero dei piatti usa e getta e si mettessero davanti alla televisione a guardare qualche programma di intrattenimento, mentre i figli vanno e vengono, prendendo distratti un panino che vanno a consumare poi nella loro camera, davanti al computer. L’invito verrebbe vissuto con sentimento di delusione.

Normalmente non è così, per fortuna. Se riceviamo un invito, veniamo accolti con affetto, fatti accomodare ad una bella tavola apparecchiata con cura: immediatamente ci sentiamo parte della loro comunità. La cura e la bellezza con cui è stata apparecchiata la tavola è dimostrazione dell’amicizia, del rispetto nei nostri confronti, del desiderio di farci stare bene. Il piacere e la bellezza della tavola sono dei mezzi per raggiungere l’obiettivo dell’unione fraterna tra gli esseri umani.

Chi apparecchia la tavola lo dovrebbe fare con amore, sapendo che quel gesto trasmetterà sensazioni importanti. Ha un potere nelle sue mani: quello di favorire l’intreccio di relazioni.

Torniamo allora al centrotavola: è la dimostrazione della ricerca della bellezza nell’apparecchiatura. Non ha utilità concreta se non quella estetica, ma trasmette un messaggio: voglio che i tuoi occhi vedano cose belle, voglio fare della mia tavola un’opera d’arte e lo faccio per te.

Il centrotavola può ricordare le stagioni: fiori coloratissimi a primavera, conchiglie, piccole piante grasse o frutta in estate, composizioni di foglie rosse e castagne in autunno, candele e agrifoglio in inverno. A Natale non mancherà certo la fantasia, nel creare un centrotavola che ricordi la festa più sentita in famiglia; a Pasqua le uova colorate troneggeranno al centro della tavola. In occasione di un matrimonio i tavoli saranno addobbati in armonia con i colori e lo stile prescelto dagli sposi per il loro giorno più bello; anche la festa per una Prima Comunione o un compleanno stimoleranno la padrona di casa a scegliere l’addobbo più adatto all’occasione. Il centrotavola “parla” perché è segno del tono della serata: elegante, rustica, romantica.

Laddove si assiste ad una progressiva spoliazione della tavola, si assiste in realtà ad un imbarbarimento dei rapporti umani. Scompare il centrotavola perché scompare la cura nel fare festa a tavola. In realtà scompaiono i piatti, sostituiti da vassoi di materiale plastico che dal bancone del supermercato finiscono sul tavolo; scompaiono le posate, con la sempre maggiore abitudine a consumare panini e tramezzini; scompare il bicchiere, perché si tracanna dalla bottiglia. Tutto questo accade perché si deteriorano i rapporti umani. Oppure sono i rapporti umani che si deteriorano perché non approfittiamo della tavola per costruirli?

Pochi sanno dipingere un quadro, realizzare una scultura, progettare cattedrali e palazzi. Ma con la tavola tutti noi possiamo diventare degli artisti: non per ostentazione e ricerca del lusso, ma per la voglia di creare una magia che farà nascere relazioni profonde. La nostra casa può e deve diventare un luogo dove percorrere la via della bellezza: un bel centrotavola parla, racconta ai nostri commensali quanto siamo lieti di averli con noi e quanto ci teniamo al loro benessere e alla loro felicità.

Come diceva Anthelme Brillat-Savarin: “Colui che riceve i suoi amici e non dà nessun tocco personale al pasto che ha preparato, non è degno di avere degli amici.

 

3 commenti su “Ode al centrotavola

  1. dona48 ha detto:

    Faccio una proposta: sarebbe bello mettere in comune idee di centrotavola per le varie stagioni e per diverse occasioni. E perché no anche per idee di tavole apparecchiate. Due “caselle” dove inserirle e poi farle votare su Facebook. Pensaci Susanna, sempre brava!

    Piace a 1 persona

    • Admin ha detto:

      Sì. Nel frattempo, se qualcuno dei miei lettori mi racconta che centrotavola ha realizzato, per qualche occasione particolare, possiamo condividere le idee. Una volta un’amica mi ha invitato a cena. Era autunno, e quel giorno aveva fatto una passeggiata nel bosco, aveva raccolto foglie coloratissime e rametti con bacche, aveva addobbato la tavola della cena con quello che aveva appena raccolto. La tavola era bellissima e originale!

      Piace a 1 persona

  2. Alberto Vivenzio ha detto:

    L’ha ribloggato su Il sito di Albertoe ha commentato:
    …l’uomo si nutre per vivere, ma il momento del pasto diventa per lui anche un momento di relazione sociale, di espressione di una visione culturale della vita. La tavola ha un forte valore simbolico, espressione di come siamo, di come viviamo, di come ci vogliamo relazionare con il nostro prossimo, con i parenti, gli amici, i conoscenti che invitiamo alla nostra mensa…

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