“Dimmi come mangi e ti dirò chi sei”, scriveva Anthelme Brillat Savarin (1755 – 1826), politico francese, noto soprattutto per la sua passione per la gastronomia, autore del libro Fisiologia del gusto, che ha segnato profondamente la cultura della tavola.
Ogni civiltà, ogni comunità ha un suo modo di mangiare. Ma se qualcuno chiedesse: «Come mangiano i cristiani? Quale è la caratteristica della loro tavola?» si può rispondere che non esiste un modo di mangiare “cristiano”, per il semplice fatto che i cristiani mangiano tutto e con tutti. Lo ha insegnato Gesù: scandalizzava infatti i farisei perché cenava con peccatori, pubblicani, entrava nelle case di tutti. Diceva: «Non capite che tutto ciò che dal di fuori entra nell’uomo non può contaminarlo?» e l’evangelista Marco commenta: «dichiarando così puri tutti i cibi». (Marco 7, 18-19).
Ai cristiani è stata data la libertà di mangiare quello che vogliono, lasciandosi alle spalle la tradizione ebraica, che distingue cibi puri e impuri e rispetta regole precise (a questo link potete leggere il post Religioni a tavola: tra regole e divieti). I cristiani devono mescolarsi con tutti i popoli, devono annunciare il Vangelo fino agli estremi confini della terra, dunque non possono più seguire quelle rigide regole alimentari che di fatto impedirebbero loro la frequentazione di altri popoli.
L’episodio della conversione di Cornelio, negli Atti degli Apostoli, è illuminante a questo proposito. Siamo al capitolo 10 degli Atti degli Apostoli: c’è un uomo di nome Cornelio «centurione della coorte detta Italica» (ebbene sì, il primo pagano convertito era un italiano), buono e timorato di Dio. Un angelo gli appare e gli consiglia di mandare a chiamare Pietro. Lui prontamente manda un servo a cercarlo. A questo punto leggiamo quanto raccontano gli Atti degli Apostoli:
«Il giorno dopo, mentre quelli erano in cammino e si avvicinavano alla città, Pietro, verso mezzogiorno, salì sulla terrazza a pregare. Gli venne fame e voleva prendere cibo. Mentre glielo preparavano, fu rapito in estasi: vide il cielo aperto e un oggetto che scendeva, simile a una grande tovaglia, calata a terra per i quattro capi. In essa c’era ogni sorta di quadrupedi, rettili della terra e uccelli del cielo [ndr: animali proibiti]. Allora risuonò una voce che gli diceva: “Coraggio, Pietro, uccidi e mangia!”. Ma Pietro rispose: “Non sia mai, Signore, perché io non ho mai mangiato nulla di profano o di impuro”. E la voce di nuovo a lui: “Ciò che Dio ha purificato, tu non chiamarlo profano”. Questo accadde per tre volte; poi d’un tratto quell’oggetto fu risollevato nel cielo.»
Mentre Pietro meditava sulla strana visione domandandosi «perplesso, tra sé e sé, che cosa significasse ciò che aveva visto» arrivano i servi di Cornelio e lo portano dal loro padrone, che nel frattempo aveva riunito a casa sua parenti e amici. Pietro disse loro: «Voi sapete che a un Giudeo non è lecito aver contatti o recarsi da stranieri; ma Dio mi ha mostrato che non si deve chiamare profano o impuro nessun uomo. […] In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenza di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga.». Pietro battezza Cornelio e i suoi parenti e amici.
Quando torna a casa, gli altri discepoli lo rimproveravano dicendo: «Sei entrato in casa di uomini non circoncisi e hai mangiato insieme con loro!». Allora Pietro racconta i fatti e alla fine tutti glorificano Dio dicendo: «Dunque anche ai pagani Dio ha concesso che si convertano perché abbiano la vita!».
Dopo 2000 anni di storia della Chiesa noi diamo per scontate tante cose, ma Pietro e gli Apostoli hanno dovuto affrontare un bel cambiamento. La cosa più importante di questo episodio è stato il superamento di tutte le barriere tra gli uomini, l’annuncio del Vangelo e del Battesimo di salvezza anche ai pagani. Per farlo comprendere a Pietro, il Signore ha utilizzato quella visione, ha usato la metafora del cibo.
Per i cristiani non c’è differenza tra gli alimenti perché non c’è differenza tra gli uomini, devono intrattenersi familiarmente con tutti, per portare a tutti il messaggio di salvezza.
Ecco perché i cristiani mangiano tutto e con tutti. Una caratteristica non da poco.
L’ha ribloggato su Il sito di Alberto.
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